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Amanti della guerra: Armiamoci e partite

by Romano Franco

Non era passato poi molto tempo dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina che già molti politici italiani hanno iniziato a sfornare le loro figure barbine.

Ciò che appare evidente dalla nostra classe dirigente é che, anche in situazioni disperate come questa, l’unico obiettivo reale che si evince da queste sceneggiate alla Mario Merola rimane quello di bucare lo schermo, piuttosto che risolvere i problemi degli italiani.

E così, chi fino a ieri baciava la mano insanguinata dello Zar, dopo che lo stesso aveva fatto stragi di civili innocenti in Siria e Cecenia, oggi lo condanna in tutti i modi chiamandolo “animale” o “belzebù”.

Nessuna difesa nei confronti di chi fa strage di civili innocenti, ma la domanda che bisogna porsi é: insultare un carnefice e armare la sua squadra avversaria che, nonostante il coraggio mostrato non può in alcun modo vincere, è una soluzione al problema che si è venuto a creare?

E’ ovvio che no! Mandare poveri ucraini al massacro come carne da cannone per vedere fino a che punto può e vuole spingersi Vladimir Putin non è l’ideale per un Paese che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Ma noi italiani siamo inventori del detto “Armiamoci e partite” e la soluzione migliore partorita dal nostro governo, come dalla stessa Europa dei diritti e della fratellanza, è acquistare armi tra una crisi economica e un’altra mandando al suicidio poveri ucraini; che in molti sono stati costretti a restare nel proprio Paese anche contro la propria volontà.

In tanti muoiono e in tantissimi continuano ad impoverirsi, ma il premier continua ad indorarci la pillola grazie al suo tecnopopulismo da favoletta Disney.

“Nessuna economia di guerra” dice Draghi, ignorando in maniera furbesca la Bce che presto verrà a chiedere in maniera prepotente il conto degli aiuti elargiti e dell’elasticità esercitata durante la pandemia.

Oggi la Bce sta temporeggiando ma il conto, con i problemi che si accavallano, diventa sempre più salato e, in futuro, sarà sempre più difficile far fronte alla spesa comune.

Ma in tutto questo scenario di ordinaria follia c’è chi spinge per l’acquisto e l’invio di armi dal proprio salotto di casa, in tempo di crisi, tentando scioccamente di prolungare un conflitto inutile di per sé, con il rischio costante di entrare in una guerra di proporzioni mondiali.

I vari presentatori amanti dello Share, che si sono improvvisati politici, hanno toppato alla grande a questo giro. Insultare un uomo che fino a ieri è stato idolatrato, da destra a sinistra, non è l’ideale se poi devi dissuadere lo stesso uomo dal non compiere azioni deprecabili.

A tutti gli amanti della guerra e a tutti coloro che oggi invocano una corsa agli armamenti, è troppo facile mettere a rischio la vita degli altri da una poltrona o da un salottino tv.

Se si ha così tanta intenzione di difendere diritti e valori tramite l’uso della violenza, rimasta sepolta il secolo scorso, c’è una guerra in corso signori! Quindi, al posto di sparare balle e indurre giovani ucraini ad un sacrificio vano, fate come loro: Armatevi e partite.

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