Oggi raccontiamo la storia di Mu’ammar Gheddafi, nato il 7 giugno 1942 a Qasr Abu Hadi, villaggio libico della regione Tripolitania, e morto a Sirte, linciato dalla folla e ucciso con un colpo di pistola alla testa il 20 ottobre 2011.
Un gruppo di militari libici , con a capo Gheddafi, il primo settembre 1969 depose con un colpo di Stato il sovrano re Idris, al potere dal 1951, anno dell’indipendenza dal Regno Unito, creando un nuovo regime guidato da un “Consiglio del comando rivoluzionario”, abolendo la monarchia e proclamando la nuova repubblica sotto il motto di “libertà, socialismo e unità”.
Dapprima vengono nazionalizzate le grandi aziende, attuando poi la chiusura delle basi militari straniere e infine cacciando i coloni italiani e confiscando tutti i loro territori. Le grandi esportazioni del petrolio consentirono al nuovo governo di migliorare le infrastrutture del paese e una serie di riforme fecero sì che l’istruzione e la sanità fossero accessibili a tutta la popolazione. L’Islam divenne religione di Stato, furono abolite le istituzioni parlamentari con il divieto di formare dei partiti politici e la stampa venne censurata. Come spiegato nel Libro Verde, pubblicato da Gheddafi nel 1976, l’obiettivo era quello di formare uno Stato che fosse al tempo stesso islamico e socialista.
Gheddafi nel 1973 diede inizio alla “rivoluzione culturale”, formando circa un migliaio di comitati popolari che venivano eletti direttamente dal popolo e a cui venivano assegnati compiti amministrativi. La “Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista” viene proclamata il 2 marzo 1977. Il termine Giamahiria significa “Stato delle masse” e rappresenta l’idea di Gheddafi del popolo che si autogoverna. I comitati popolari vengono sciolti nel 1977 e affiancati dai “comitati rivoluzionari”, usati per spiare qualsiasi forma di dissenso da parte del popolo. Gheddafi rinunciò a ogni carica nel 1979 autoproclamandosi “la guida della rivoluzione” restando in carica come unico leader del paese.
La Libia di Gheddafi ebbe un ruolo importante a livello internazionale sostenendo la causa palestinese, contrastando i tentativi di avvicinarsi a Israele da parte del presidente egiziano Anwar al-Sadat e provando in tutti i modi a convincere Israele ad accogliere a Gaza e in Cisgiordania i profughi palestinesi. Gheddafi inoltre finanziò “Settembre Nero”, movimento responsabile dell’attentato alle Olimpiadi di Monaco nel 1972, sostenne gli attentati dell’Ira e infine addestrò moltissimi aspiranti attentatori suicidi decisi a combattere contro Israele, Stati Uniti ed Europa. Gheddafi dal 1974 al 1989 si impegnò in una guerra contro il Ciad per otttenere il controllo di una regione al confine libico. A Londra nel 1984 ordinò ai suoi diplomatici di sparare contro dei rifugiati libici intenti a manifestare contro l’uccisione di due dissidenti da parte del regime. Morirono undici libici e una poliziotta britannica. Nel 1986, il 5 aprile, furono uccise 3 persone e ferite 229 da alcuni agenti libici che bombardarono un night club a Berlino Ovest.
Per tutti gli anni Ottanta i rapporti tra Libia e Usa furono tesi. Gli Stati Uniti nel 1981 imposero un embargo sul petrolio libico e nel 1986, dopo essere stato inserito nella lista dei paesi canaglia dall’allora presidente Reagan, attaccarono il paese. Nel 1992 la Libia venne accusata di possedere e produrre armi chimiche e questo non fece altro che peggiorare la situazione. Nello stesso anno le Nazioni Unite imposero delle sanzioni alla Libia dopo il rifiuto di Gheddafi di consegnare due cittadini libici, presunti colpevoli dell’ attentato del 1988 a Lockerbie, in Scozia, dove trovarono la morte 259 persone. Gheddafi nel 1999 decise alla fine di consegnare i due attentatori e di conseguenza le sanzioni furono rimosse. Abdel Basset Ali al-Megrahi, uno dei due sospettati, fu condannato all’ergastolo, ma fu in seguito rilasciato nel 2009 per motivi di salute, venendo accolto come un eroe nazionale al suo rientro in patria.
Col passare degli anni Gheddafi ha cambiato radicalmente la sua figura di oppositore del mondo occidentale e nel 2003, dopo l’invasione americana dell’Iraq, ha dichiarato concluso il programma per sviluppare armi di distruzione di massa. Per la prima volta, dopo 15 anni ha viaggiato in Europa nel 2004 e col tempo sono notevolmente migliorati i rapporti anche con l’Italia. I due paesi nel 2008 hanno stretto un “trattato di amicizia e cooperazione” che prevede un controllo maggiore degli immigrati clandestini verso l’Italia e il pagamento di 5 miliardi di dollari alla Libia come risarcimento del periodo coloniale italiano.
Nel 2011 , sull’onda della “Primavera Araba”, cominciano le proteste contro il regime di Gheddafi. Dopo sei mesi di battaglia, ad agosto, i ribelli libici conquistano Tripoli e dopo pochi giorni le forze del Consiglio di transizione prendono il controllo di Bani Walid. Poi è la volta di Sirte, dove Gheddafi, cercando una via di fuga verso il deserto, viene ferito alle gambe, catturato, picchiato e ucciso con un colpo di pistola alla testa. Il tutto sarà documentato da un video girato dai presenti sul posto. Il corpo di Gheddafi sarà poi trasportato a Misurata, esposto al pubblico e sepolto in un luogo sconosciuto del deserto libico.