Oltre ad essere uno straordinario, rigoroso e irreprensibile magistrato, Paolo Borsellino, è stato un esempio coerente e limpido di moralità pubblica e di tensione civile.
Tutto ciò è dimostrato dai suoi numerosi interventi che fece durante la sua vita e adesso è stato reso noto un audio inedito che era conservato negli archivi dell’Istituto siciliano di studi politici ed Economici (Isspe).
È una registrazione che dura 26 minuti, di cui si ha anche la trascrizione del contenuto, e che era stato fatto con la macchina da scrivere. Di questo intervento si posseggono persino le correzioni a mano fatte dallo stesso magistrato.
Borsellino aveva raggiunto una maturità ed un equilibrio da uomo pubblico, aveva consapevolezza che ogni suo intervento aveva un influenza sui cittadini, comprendeva anche bene che lotta alla mafia non poteva essere condotta solo da un nucleo di magistrati delegati a questo compito gigantesco e, quindi, indicava che il compito di opposizione a Cosa Nostra doveva essere portato avanti da tutti, società e istituzioni, e così si scaglia duramente contro l’ignavia della politica e la viltà della borghesia.
Il documento è risalente ad un convegno proprio del gennaio 1989 che è stato tenuto nella Sala delle Lapidi del municipio di Palermo.
“Bisogna prendere atto che il sottosviluppo economico non è, o non è da solo, responsabile della tracotanza mafiosa, che ha radici ben più complesse, tanto da farla definire in recenti studi non il prezzo della miseria, ma il costo della sfiducia” , affermava Borsellino in questo audio di oltre trent’anni fa.
Siamo proprio alla vigilia della caduta del Muro di Berlino che modificò il corso della storia e i destini del mondo. Il magistrato con grande acume in quell’occasione disse che la “pubblicazione del primo quotidiano europeo ‘The European’, scusate il mio inglese zoppicante, stampato a Londra, che nel suo numero zero, portava in prima pagina una notizia che riguardava la Sicilia: sei omicidi tra Gela e Palermo alla vigilia di una giornata di proteste contro la mafia”manifestando in tal modo la sua insoddisfazione per una visione limitata e distorta della realtà isolana.
Poi affronta il tema delicato delle risorse finanziarie per lo sviluppo del Sud e della Sicilia, ancora oggi di allarmante attualità, proprio per la presenza mafiosa che può drenare risorse in illeciti arricchimenti: “La risposta statuale intesa in termini meramente quantitativi di impiego di risorse umane e finanziarie non risolve il problema e altri spesso lo aggrava. Tutti abbiamo recentemente appreso delle polemiche scatenatisi in ordine alla grande profusione di risorse finanziarie nei territori campani terremotati che hanno finito per scatenare gli appetiti della camorra – proseguiva il magistrato – trasformando quelle terre per il loro accaparramento in un tragico teatro di sangue ed è noto quali timori si nutrono a Palermo per l’attenzione immancabile di Cosa nostra al fine di finanziamenti che, si spera, dovrebbero apprestarsi a riversarsi sulla nostra città”.
Borsellino prese posizione anche sul tema della possibilità di liberalizzazione delle sostanze stupefacenti, dicendo che è una “idea bislacca”, quella portata avanti da “dilettanti della criminologia”, che “la liberalizzazione del consumo di droghe comporterebbe, con il venir meno degli enormi profitti che si ricavano dall’illecito traffico, la sicura fine di Cosa nostra” .
Mentre esprime la sua idea con grande tensione ideale e che resta quella di seguire “la via obbligata per la rimozione delle cause che costituiscono la forza di Cosa nostra passa attraverso la restituzione della fiducia nella pubblica amministrazione”.
Ora opportunamente, Fabrizio Fonte, presidente del Centro studi Dino Grammatico e vice presidente di Isspe, rende pubblico questo documento e ci fa sapere che in occasione del prossimo anniversario dell’uccisione del magistrato, questo audio verrà condiviso sul profilo social del Centro studi, proprio a partire dalle 16.58, l’orario esatto dell’attentato di via Mariano d’Amelio.
“Abbiamo estrapolato ben 7 passaggi chiave che verranno commentati con dei contributi audio visivi, da parte di personalità di assoluto rilievo e impegnate nel contrasto alla mafia” , spiega Fonte.
Ci saranno anche dei contributi di ‘testimoni’ di questa iniziativa, quali l’ex magistrato Carlo Palermo, che riuscì a salvarsi alla Strage di Pizzolungo del 1985, e Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso.
“Questo ritrovamento ha un valore storico e culturale perché ci consente di poter ascoltare dalla viva voce del giudice Paolo Borsellino un’analisi di ciò che era la Sicilia in quegli anni, senza alcuna mediazione o alterazione – afferma Fabrizio Fonte – basta pensare che, nel corso di questi trent’anni, caratterizzati anche da tristi e preoccupanti depistaggi, le uniche certezze sono state radicate a interviste e interventi dell’epoca, sia da parte di Borsellino che da parte di Giovanni Falcone, comprendendo ogni volta qualcosina in più”.
Al di là delle celebrazioni intrise spesso di retorica e ipocrisia, mi sembra assai più utile e prezioso conoscere l’opera e il pensiero di questo grande italiano morto per una società migliore.