“La chemio ha effetti collaterali. Bisogna capirlo”. Siamo arrivati a questo ed è inutile rigirare la frittata, perché chi sul web ha espresso una affermazione così disumana,così cattiva e così infame lo ha fatto dal profondo del suo cuore di latta. E non parlateci per favore di scherzi o battute goliardiche.
Sinisa Mihajlovic è stato un grande sportivo ma ora è soprattutto un essere umano chiamato ad affrontare una battaglia durissima contro la leucemia, dopo essersi sottoposto un mese fa a un trapianto di midollo osseo a cui ha fatto seguito una faticosa convalescenza, fatta anche di quelle sedute di chemioterapia che servono a fiaccare il tumore.
Alla vigilia delle elezioni regionali in Emilia-Romagna, Sinisa ha espresso il suo supporto alla candidata del centrodestra, Lucia Bergonzoni, e al leader della Lega, Salvini. Tutto ciò rientra nella normalità e nella civiltà di poter esprimere, in un paese democratico, una preferenza personale così come in ogni occasione elettorale viene fatto da chiunque, inclusi personaggi più o meno famosi. Non è invece assolutamente normale né tantomeno tollerabile, la valanga di odio e violenza verbale vomitata attraverso i social da quelli che molto probabilmente un mese fa definivano Mihajlovic un “Guerriero” che lotta contro il male oscuro e riempivano bacheche e pagine social di cuoricini ipocriti.
Volutamente non abbiamo dato alcuna connotazione politica ai protagonisti di tanto squallore per non scendere al loro livello e non strumentalizzare la questione. Perché quando si parla della salute e della vita di un essere umano non esistono discriminanti e tanto meno vessilli politici. E anche se siamo certi che tutta questa porcheria non ha intaccato minimamente l’animus pugnandi di Sinisa, perché quando ti ammali di tumore pensi soltanto ad aggrapparti alla vita con tutte le forze che ti rimangono.
Qualcuno la prossima volta cerchi di ricordarsi, prima di schiacciare sulla tastiera, che esistono anche due parole: umanità e rispetto.