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Si avvia a conclusione la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura

by Rosario Sorace

Viene adottata dalla Commissione Giustizia il testo base della legge Bonafede per avviare la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura. Si attende di conoscere anche il parere completo del Csm affinché i gruppi parlamentari posseggano tutti gli elementi per fare un esauriente valutazione.

Si tratta in tal modo di regolarizzare il rapporto tra il passaggio dalla politica alla toga e definire un nuovo sistema di elezione al Csm. L’unico partito che ha votato contro questo progetto in commissione è stato Enrico Costa di Azione e così Mario Perantoni, presidente della commissione e deputato, del M5s afferma: “Si tratta dello stesso testo del disegno di legge già a suo tempo presentato dall’ex ministro Bonafede a cui è stato abbinato il progetto di legge Costa appena presentato sulla stessa materia”.

Perantoni prosegue dicendo che i termini per presentare gli emendamenti avranno “ampio spazio di tempo. Attendiamo inoltre di conoscere il parere del Csm affinché tutti i gruppi abbiano tutti gli strumenti di valutazione”.

Infatti il plenum del Csm sta discutendo e votando il proprio parere a quel provvedimento e ha, comunque, già espresso il diniego alle “porte girevoli”, tra politica e magistratura, eliminando alcuni passaggi critici che erano stati espressi nella prima stesura del parere.

Infatti il nuovo testo afferma espressamente che il Csm valuta in positivo l’intervento del legislatore che vuole disciplinare in modo organico l’intera materia e che vuole fissare limiti rigorosi per il passaggio dalla magistratura alla politica. Nel nuovo testo si introduce un divieto di riassegnazione a funzioni giudiziarie dei magistrati che abbiano assunto incarichi elettivi o di governo.

Il plenum del Csm ha approvato all’unanimità anche il parere relativo alle tabelle di organizzazione dei tribunali e corti, progetti organizzativi delle procure della repubblica, programmi di gestione e programmi di smaltimento dell’arretrato. Tale parere di cui è stata relatrice la togata di Magistratura indipendente Loredana Micciché, valuta positivamente la finalità del ddl di “rafforzare la competenza del Csm sulla approvazione dei progetti organizzativi delle procure, nonché l’intento di semplificare e accelerare la procedura di approvazione dei provvedimenti organizzativi da parte del Consiglio”, ha spiegato Micciché.

La riforma di Bonafede prevede l’introduzione di sistema maggioritario a doppio turno in 19 collegi per l’elezione dei consiglieri togati del Csm che avranno un aumento a 20 componenti con più 10 laici. Ci sarà uno stop a chi proviene da incarichi di governo, poi regole rigide per le nomine in modo da contenere il potere delle correnti, l’introduzione delle quote rosa e il sorteggio per la composizione delle Commissioni.

Altresì sono introdotti nuovi criteri che puntano al merito e alla trasparenza nell’assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi. Ancora si avvierà una riorganizzazione delle procure in modo da ridurre il sistema di gerarchie al loro interno mentre saranno definitivamente interdette le cosiddette porte girevoli in cui era consentito ad un magistrato che abbia ricoperto il ruolo di parlamentare italiano o europeo, o in una Regione per almeno sei mesi, o che abbia avuto incarichi di governo o in Comuni con oltre 100mila abitanti non indosserà più la toga e, quindi, potrà essere ricollocato come funzionario al ministero della Giustizia o in altri ministeri. Ci sarà anche un limite ai cambi di funzione delle toghe e, cioè, il passaggio da pm a giudice e viceversa e che adesso potrà avvenire al massimo due volte e non più quattro.

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