Mentre da una parte della barricata si fa guerriglia per l’introduzione del tanto discusso Green Pass, con Forza Nuova che minaccia il caos (“la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi”), i provvedimenti del governo per introdurre la misura sembrano ultimati.
Ma Forza Nuova dichiara guerra, come se quei quattro cervelli bacati che hanno dato origine a quel caos fossero abbastanza svegli da creare pretesti e presupposti minuziosi per attuare una rivoluzione. E’ chiaro che si sta cavalcando il malcontento senza avere un piano e senza neanche troppa razionalità.
Ma ciononostante, le chat di Telegram pullulano di facinorosi pronti a scattare, con la posizione del governo, invece, che non intende fare passi indietro sull’entrata in vigore del Green Pass.
La battaglia tra il governo e i dissidenti è aperta e, a pochi giorni dall’entrata in vigore del certificato verde, il clima è già incandescente.
Il ministro Speranza non cede alle richieste dei leghisti di allungare i tempi di validità dei test rapidi e di dare la possibilità alle imprese di organizzarsi anche autonomamente per l’esecuzione dei tamponi onde evitare il “rischio caos” per milioni di lavoratori.
“Dobbiamo lasciare il Green pass così com’è per il momento e poi potremo valutare ed eventualmente cambiare. Già oggi – ha affermato – il tampone molecolare (a differenza di quello antigenico rapido, ndr) dura 72 ore”, dice Speranza.
Ma mentre da una parte ci sono i No Green Pass che chiedono più elasticità da parte dello Stato, Carlo Bonomi vuole di più anche se si dice convinto della misura intrapresa dall’esecutivo, e dice: “Il governo ha valutato che l’obbligo per legge era una soluzione troppo dirompente che la politica non poteva reggere. A quel punto il Green Pass sui posti lavoro era l’unica alternativa”.
Inoltre, Bonomi, in un documento di Confindustria ritiene “auspicabile” la richiesta dei danni al lavoratore senza Green Pass: “Ogni comportamento che dovesse recare danno all’impresa, incidendo negativamente sulla possibilità di far fronte ai propri obblighi contrattuali, legittima la reazione aziendale sul piano della richiesta del risarcimento danni”, si legge nella nota.
Il governo non vuole abbassarsi a riformulare una misura che ritiene essere perfetta ed efficace così com’è, anche se questa presunzione pare essere l’errore più grande evidenziato da quest’esecutivo.
In effetti, sarebbe troppo semplicistico come ragionamento vedere solo ed esclusivamente una matrice fascista dietro l’attacco dell’altro giorno. Il malcontento italiano si è presentato prepotentemente alle porte delle città di Italia. E proprio mentre il nostro Paese è impegnato ad occuparsi dei problemi all’estero come il vertice G20 sull’Afghanistan, i cittadini italiani si sentono ignorati dalle politiche applicate nel nostro Paese.
Arginare il problema sollevando un muro, proprio come sta facendo adesso il governo, non è una soluzione e potrebbe dare una risposta dieci volte più violenta la prossima volta. I problemi di cui parla l’estrema destra, alle volte, esistono realmente. Certo, applicando molta immaginazione ed enfasi. Ma sono reali, sono concreti.
Ignorare ancora quei problemi e quella parte di popolazione che sta per scoppiare non fa che aumentare ulteriormente quell’onda di malcontento che trova in individui che sembrano risoluti una causa da perorare.
Per il momento, enunciare l’utilizzo del pugno di ferro scatenerà una reazione altrettanto forte, ma non si chiede all’esecutivo di scendere a compromessi per quanto riguarda capricci stupidi, ci metterebbe in condizioni difficili rispetto alla pandemia, ma trovare soluzioni su quei problemi quotidiani sui quali gli italiani trovano più difficoltà o disagio si può.
Quindi, la presa di posizione del premier Draghi del resto, che ieri ha ribadito che non sarà ammessa nessuna tolleranza non ha di certo scoraggiato chi “ha deciso di alzare il livello dello scontro”, anzi, lo ha incentivato.
Abbassare i toni, capire i reali problemi, che non sono da sottovalutare e non si fermano a quelle quattro teste calde di Forza Nuova, e trovare soluzioni, potrebbe essere il giusto iter da intraprendere; anche se per il momento puntare il dito e farsi analisi di “mea culpa”, non sembrano opzioni applicabili a questo governo dei “migliori”.
Ma, in conclusione, si può dire che è giusto essere severi e duri nei confronti di chi utilizza la violenza per distruggere e fare del male, che oltre a fare un danno a oggetti o persone, delegittima la battaglia di “libertà” sua e degli altri; perché: Non conosce libertà chi distrugge o mette in pericolo la vita altrui. Questo è un dato di fatto.