Prato – Sono scene pietose quelle consumate in via Galvani nei pressi dell’azienda di pronto moda gestita da personale cinese, Dreamland.
Dieci manifestanti di origine pachistana sono stati assaliti da uomini cinesi armati di bastoni, mazze da baseball e tirapugni durante uno sciopero. Di queste persone, cinque sono rimasti ferite e una di loro versa in condizioni gravi.
Gli operai, appoggiati dal sindacato SiCobas, stavano protestando per le condizioni di sfruttamento all’interno della Dreamland.
Durante l’estate l’Ispettorato del Lavoro, messo in allerta da una denuncia da uno dei lavoratori pestati, aveva scoperto, grazie a controlli speciali all’interno della ditta, gravi irregolarità quali lavoro in nero, turni di 12 e 14 ore e assenza di ferie e tutele.
Giunti per manifestare contro questa situazione indicibile, gli operai avevano appena iniziato lo sciopero quando vedono arrivare sul posto alcune auto con a bordo uomini cinesi pronti a mettere fine in maniera risolutiva alla loro protesta.
Gli aggressori, tutti cinesi, non si è ancora capito in che modo fossero legati alla ditta Dreamland e serviranno ulteriori analisi per far luce sull’intera questione. Sul posto vi erano anche agenti della Digos che si sono limitati a riprendere l’intera scena.
Luca Toscano, coordinatore del SiCobas di Prato, parla di scandaloso comportamento e denuncia il mancato intervento da parte delle forze dell’ordine. “Gli agenti della Digos – dice Toscano – che erano circa quattro, si sono limitati a riprendere quello che stava succedendo senza intervenire nemmeno a parole. Non hanno letteralmente detto nulla”.
Il racconto di Toscano è inquietante ed evidenzia un impotenza disarmante delle forze dell’ordine, in queste situazioni, che non solo non sono intervenute, in seguito al pestaggio, ma hanno addirittura permesso agli aggressori di andarsene indisturbati dopo il misfatto, secondo la versione del sindacalista.
Altaf, che versa in condizioni più gravi, è “casualmente” lo stesso uomo che a giugno scorso aveva fatto scattare i controlli dell’Ispettorato del Lavoro denunciando le condizioni all’interno della Dreamland.
Insomma, si conferma una situazione imbarazzante per le forze dell’ordine, per Dreamland e per la politica aziendale cinese che, se venissero confermate le accuse, di sicuro dopo questo episodio non ci fa una gran bella figura.
La violenza e la freddezza di questi personaggi loschi non può lasciarci indifferenti e non può rimanere impunita, e la solidarietà nei confronti di Altaf e i suoi colleghi è d’obbligo, e non vi è ammessa bandiera o gruppo alcuno che giustifichi tanta violenza. Coraggio ragazzi, anche se è dura, resistete e non piegatevi mai ai soprusi di vili e prepotenti. Avanti!