Un’opportunità divenuta necessità
Le vicende di questi giorni hanno rilanciato la prospettiva dell’Europa non più come utopia possibile ma come vera e propria “necessità”.
É vero che l’Unione attraverso i suoi organismi esistenti ha risposto all’unisono promuovendo una robusta cooperazione economica, umanitaria e militare verso l’Ucraina aggredita, ed il rilancio di questa unità dei paesi membri appare oggi certamente dettata dagli impulsi e dalla necessità di sviluppare una corrente politica fondata sui principi e valori di fondo che regolano i rapporti fra gli Stati membri, la libertà, la democrazia, la pace e la sicurezza dei nostri popoli.
Di contro esiste tuttavia un oggettivo pericolo che senza un’implementazione politica definitiva la soggettività europea si possa allontanare per la mancanza di coesione e di fondamenta strutturale del suo impianto.
La prospettiva di un mondo tripolare nel quale si affrontano e si scontrano gli imperi non più “freddamente” ma in conflitti sempre più “caldi” rischia di far risucchiare gli Stati europei nuovamente verso antiche obbedienze o in un pragmatico limbo nel quale si possono sviluppare nuove tendenze non allineate o neo-neutraliste.
L’Europa non nasce affatto con lo spirito imperiale del soggetto tri-polare, ma un’Europa senza una struttura propria ed un’unità che non si fondi soltanto sulle interdipendenze di natura economica é destinata a subire gli scossoni di nuove crisi ed é a rischio di dissoluzione.
Sono i paesi di testa dell’Unione a cui verrà richiesto lo sforzo maggiore, quello di guidare questo processo politico e in definitiva Costituzionale degli Stati Uniti Europei.
Sono i paesi europei che hanno subito nel secolo scorso il giogo totalitario che sono maggiormente chiamati all’appuntamento non differibile dell‘Unità Politica, dell’Unita Economica, dell’Unità per il mantenimento della pace e della sicurezza; sapendo anche rimodulare il proprio rapporto con le altre potenze rafforzando cooperazioni in ambito economico e in ambito militare ma partendo da una posizione autonoma fino ad oggi sconosciuta nei termini con le quali gli impegni devono essere assunti, anche sulla base delle esperienze scaturite dagli ultimi accadimenti bellici.
Sono stati fatti passi in avanti, ma le vicende di queste settimane alimentano questa consapevolezza e rafforzano questa capacità.
Sconfitte le inclinazioni sovraniste all’interno dell’Unione vengono rilanciate dal seno delle forze democratiche le prospettive di un’Europa certamente nuova, che non sia soltanto un perimetro di produzione economica ma anche un soggetto politico nuovo, che esalti la propria identità nella pluralità culturale, storica che è rappresentata da ciascun membro della comunità.
É il compito principale che aspetta le classi dirigenti dei prossimi dieci anni, diversamente, i sistemi democratici al loro interno verranno assediati dalle influenze che continueranno ad esercitare le tre grandi potenze e, così, gli stessi partiti democratici subiranno le inclinazioni dei modelli che questi imperi propongono; un’avvisaglia di quanto detto é già avvenuta, non si contano le incursioni russe nelle elezioni democratiche dei paesi europei, la loro mano di influenza nelle aree di crisi, così come parimenti vi sono mani di protezione nell’ambito economico e politico delle altre due super potenze, con maggiore evidenza quelle americane, nostro storico alleato e meno eclatante quello cinese che pure ha saputo penetrare nel continente europeo esercitando un grado di fascinazione importante.
L’Europa, e soprattutto la stessa Italia, è esposta più di altri per la posizione di frontiera. Ed é importante che si apra all’interno delle forze politiche italiane il confronto sulla prospettiva degli Stati Uniti Europei affinché siano un cammino da intraprendere con la consapevolezza che l’obiettivo richiede e con il massimo del sostegno popolare.
Solo l’unità politica rilancia il ruolo dell’Unione, le crisi che i nostri occhi hanno rappresentato, nella loro immensa tragedia, sono un’opportunità che si sta trasformando in necessità, da non lasciar cadere.