Donald
Trump è volato in Manchester, nel New Hampshire, per le primarie dem. Bagno di
folla intorno a lui al grido di “Lock her up! Lock her up!”, “Arrestatela! Arrestatela!”
riferito a Nancy Pelosi, la terza carica dello Stato, che ha avviato una furiosa
quanto mai persa in partenza battaglia contro il tycoon, uscitone più vincitore
di prima.
“Tra nove mesi non solo resteremo alla Casa Bianca, ma manterremo la maggioranza al Senato e ci riprenderemo la Camera”. Queste le sue prime dichiarazioni a margine della vicenda di impeachment che lo ha visto coinvolto ma anche definitivamente assolto. Adesso l’obiettivo è vincere le elezioni presidenziali, che si terranno il prossimo novembre, e perseguire quel programma politico che lo ha portato a essere nominato una prima volta presidente degli Stati Uniti d’America. Parlare di sondaggi è ancora prematuro anche se molti fanno il tifo per The Donald. Il percorso non sarà facile anche perché tra i democratici spiccano nuovi volti che non hanno nessuna intenzione di perdere.
Intanto il primo appuntamento è per oggi, in Manchester, dove si svolgeranno le primarie dem. Ma come verrà eletto il candidato che dovrà sfidare Trump? Il sistema politico americano è abbastanza complesso e diverso, a seconda degli Stati federali. Cerchiamo allora di capire insieme quali sono i passaggi che porteranno ad eleggere il nuovo presidente Usa.
Partiamo dalle primarie, diverse in ogni Stato federale. In questa prima fase gli elettori dovranno votare per uno dei delegati in lizza che andrà al Congresso nazionale del partito. L’errore che molti fanno è pensare che si voterà per eleggere direttamente il candidato presidente ma non è così perché in questo primo passaggio si vota solo per eleggere il delegato che li rappresenterà nel momento in cui, nel Congresso, si dovrà scegliere il vero candidato ufficiale del partito.
Ma, come dicevamo poc’anzi, le cose cambiano da stato a stato. Dunque se in alcuni stati si vota attraverso le primarie in altri si gioca la partita del caucus. Ed è quello che è avvenuto nell’Iowa, lo scorso 3 febbraio, dove a vincere è stato Pete Buttigieg che ha battuto, conquistando 14 delegati, Bernie Sanders che invece ne ha ottenuti 12. Parliamo di un incontro molto suggestivo e affascinante che avviene in luoghi e orari prefissati. Scuole, palestre e in luoghi privati. In questo spazio prende vita un dibattito organizzato in modo che i partecipanti si schierino fisicamente dalla parte della sala che rappresenta il delegato che intendono votare cercando, in un secondo momento, di convincere gli “avversari” a cambiare schieramento. In Iowa la discussione ha avuto una durata di 30 minuti per volta e le discussioni si sono ripetute fino all’elezione del numero di delegati deciso dal partito per quello stato. In ogni caso ogni caucus ha le sue regole e i suoi tempi.
Ma le sorprese non finiscono qui perché se è vero che ogni stato ha il diritto di decidere il giorno delle primarie, a partire dalle presidenziali del 1984 è diventato uso comune unificare la votazione in più Stati e di farlo di martedì, i cosiddetti super Tuesday (dove dovrebbe fare la sua apparizione Bloomberg, ex sindaco di New York, che a quanto pare ha già speso la cifra record di 314 milioni di dollari per sostenere la sua candidatura). Per le primarie del 2020 il primo super martedì è previsto per il 3 marzo, mentre l’ultima tornata elettorale è quella democratica il 16 giugno nel Distretto di Columbia, Washington.
Ma andiamo avanti perché per raggiungere il tanto ambito scettro di candidato alle presidenziali le prove non finiscono qui e, a differenza del nostro sistema politico italiano, la partita è davvero complessa.
Una volta che sono stati eletti tutti i delegati dai vari caucus e primarie, gli stessi si incontrano al Congresso nazionale del partito e sarà lì che si deciderà il nome di chi correrà per la Casa Bianca. È inoltre in questo frangente che fa la sua comparsa una nuova figura che è quella deI super-delegato, il cui voto esprime generalmente la volontà dell’establishment di partito. I Congressi nazionali si terranno in estate, per i Democratici l’appuntamento sarà dal 13 al 16 luglio 2020 a Milwaukee, mentre i Repubblicani si incontreranno a fine agosto, dal 24 al 27 a Charlotteville, in North Carolina.
Anche
qui il voto non è mai scontato e si differenzia da stato a stato. In alcuni stati
i delegati hanno il vincolo di mandato, ovvero l’obbligo di votare in modo
conforme alle scelte espresse dalla base, in altri invece hanno totale libertà
di scelta.
Il Congresso è un luogo molto importante perché sarà da qui che uscirà non solo il nome del candidato presidente ma anche quello del suo vice che potrebbe, come già accaduto in altre occasioni, ribaltare i numeri ed essere addirittura lui a vincere sul nome del presidente precedentemente scelto. Quello che ci preme sottolineare in questa fase è che dal Congresso uscirà una coppia, tecnicamente chiamata ticket.
E
giungiamo così a novembre del 2020 quando a sfidarsi saranno due coppie o due
ticket.
Insomma, diventare presidente degli Stati Uniti d’America è tutt’altro che semplice. Ecco perché ci vuole in primis passione, determinazione ma anche un considerevole budget economico per poter affrontare una dura, durissima campagna elettorale e non è detto che, alla fine, si possa portare a casa il tanto sudato scettro. Good luck!