Il saggio mirabile a cura di Andrea Merlotti ed edito dall’editore Leo Olschki di Firenze, dal titolo “Paggi e paggerie nelle corti italiane”, Educare all’arte del comando, prende in esame il ruolo di questa figura dell’aristocrazia italiana.
Un ruolo che ritroviamo presente al servizio dei principi, cardinali, ordini cavallereschi. A Roma lo troviamo ancora a metà Ottocento. Si impara a servire se un giorno si vorrà comandare.
E’ una pedagogia importante, condivisa tra le case regnanti di tutta Europa. Un interscambio che ha retto tre secoli di consuetudini monarchiche.
Chi si forma nella paggeria sabauda può essere reclutato in altre corti. E viceversa. Il paggio entra presto nei libretti del melodramma italiano a designare un servitore astuto, malizioso, scherzoso.
Invece non sono rari i casi di paggi sui campi di battaglia. Non è nemmeno rara la loro morte nelle dispute belliche.
Le paggerie europee hanno contribuito a rappresentare l’utile invenzione della conservazione e della perpetuazione dello stesso sistema di potere monarchico.