Home CHI SONO I SOCIALISTI Per il Socialismo buone nuove dal Portogallo

Per il Socialismo buone nuove dal Portogallo

by Bobo Craxi

La vittoria di Antonio Costa in Portogallo è una buona notizia per il socialismo, della sinistra democratica e per l’Europa.

Naturalmente non è possibile trasferire automaticamente questo perentorio successo che è stato ottenuto innanzitutto sul terreno portoghese che aveva bisogno di stabilità e di proseguire le politiche economiche di risanamento e di lotta all’inflazione e alla pandemia se da un lato può preoccupare l’insorgenza di una nuova destra antieuropea, ribellista ed erede della vecchia dittatura di Salazar; d’altro canto i socialisti Portoghesi, tornati in salute grazie ad una leadership che ha mutuato le buone pratiche e l’impianto ideologico di fondo che animò il mai dimenticato Mario Soares, possono rallegrarsi del fatto che in prospettiva potranno guidare un governo non condizionato da una sinistra massimalista e parolaia e che  avranno come oppositori i conservatori tornati in piena crisi, tuttavia, ispirati dalla medesima lealtà verso l’Unione Europea.

Il Portogallo è ben lontano dall’aver risolto i problemi di carattere sociale che lo angustiano, tuttavia il rilancio dell’economia si deve anche alle scelte di fondo del Governo che ha mantenuto la propria ispirazione socialista attraverso l’adozione di provvedimenti in direzione del mondo del lavoro e dello stato sociale ed al contempo ha saputo lasciare le briglie sciolte ai comparti più produttivi del paese, segnatamente il turismo, la piccola industria, il commercio e l’immobiliare.

La destra aveva confidato che l’elettorato avrebbe disertato le urne a causa della pandemia, il governo aveva messo in sicurezza il voto consentendo anche gli infetti di poter partecipare, ma più in generale scaricare sui governi in carica le difficoltà che sono emerse a causa della crisi sanitaria, diventato un gioco talmente scoperto che non riesce a cogliere impreparata un’opinione pubblica desiderosa in Europa di stabilità e di ritrovare le ragioni della coesione sociale sapendo anche affrontare le difficoltà economiche non ignorandone le ragioni congiunturali.

Ora si tratta per i portoghesi, come del resto per tutti i Paesi mediterranei, di cogliere delle opportunità sapendo spendere bene le disponibilità che l’Unione Europea ha messo in campo e cercando di non farsi travolgere dai venti delle divisioni mondiali in atto.

Un governo stabile e progressista non è tutto, non è sufficiente, ma, certamente, è una garanzia di stabilità, di sobrietà, di responsabilità dinnanzi alle incognite che gravano sul destino dell’intera umanità.

Il Portogallo è una nazione antica, un vecchio impero, abituato a solcare i mari e il progenitore della globalizzazione che oggi è in atto, una vecchia saggezza li ha sempre illuminati e i socialisti portoghesi ne hanno ereditato le parti migliori.

La notizia è buona per i socialisti, la vitalità di un pensiero, di valori antichi incoraggia tutti coloro che ne vogliono proseguire il racconto. Non ci si illuda però che la crisi del socialismo italiano sia risolta dalla vitalità della penisola iberica, tuttavia, sono sempre segnali che fanno ben sperare per il futuro.

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