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M5s, Grillo conferma regola dei due mandati. MoVimento nel caos

by Romano Franco

Dopo tanto parlare, ecco che il “boss” dei cinquestelle, Beppe Grillo, riconferma il vincolo del doppio mandato, scatenando tra i suoi grillini una lite senza precedenti. Sarà una brutta gatta da pelare per Di Maio e i suoi colleghi vincolati, dopo il secondo giro di boa, a lasciare quella politica “abominevole” tanto osteggiata e condannata che, ‘da rivoluzionari’, non hanno saputo cambiare. Che sia giunto il momento di tornare a casa? Chi lo sa!

Semmai ci fosse qualche cavallo di razza nei cinquestelle, raro quasi come le mosche bianche, bisognerebbe far sì che rimanga il più a lungo possibile, giusto per alzare il livello.

Alcuni reagiscono con uno stizzito: “E allora ciao!”, oppure “cominciamo a guardarci intorno?”. Nessuno si aspettava dal garante una doccia tanto fredda. Ma adesso, è tutto nelle mani di Conte; infatti, l’ex premier, dovrà ricostruire un movimento dilaniato da se stesso e dalle dichiarazioni passate che hanno contraddetto più volte il loro stesso programma, cosa che ha fatto perdere ai grillini, pian piano, la loro credibilità. In questi anni il MoVimento è uscito spesso e volentieri dal selciato tanto millantato di trasparenza e rettitudine, ma su questo Grillo, levato il mandato Zero, non lascia altre opzioni. Almeno per il momento.

Questo cambiamento potrebbe portare anche alla rottura con l’associazione Rousseau di Casaleggio: Grillo insiste nella possibilità di trovare un accordo, ma c’è chi teme che all’orizzonte non possa che esserci una fine a suon di carte bollate.

Il garante, nella riunione dedicata all’avvio del corso sulla Transizione ecologica – alla quale via zoom hanno partecipato il professor Marco Morosini, il ministro Roberto Cingolani, e alla quale si sarebbe collegato anche il ministro Luigi Di Maio – ha tenuto la barra sull’obiettivo 2050. Con Conte e con un accordo col Centrosinistra. Senza specificare quali siano i soggetti di quest’area a cui si riferisce.

Conte, quattro giorni fa, ha avuto un faccia a faccia con il segretario del Pd, Enrico Letta. Un primo incontro per gettare le basi di quel “cantiere” per la costruzione di un campo “largo e aperto” a cui cui entrambi ambiscono. Nel frattempo nel M5s non si placano le polemiche su Renzi per la conferenza in Arabia Saudita e il possibile conflitto di interessi.

Durante l’assemblea congiunta dei gruppi, che apre il corso sulla Transizione ecologica, ‘l’altissimo Grillo’, massima carica del MoVimento, si è rivolto al ministro Roberto Cingolani e lo ha apostrofato scherzando, ’supremo’, poi ha insistito: “La Transizione entri nelle scuole”. Grillo ha anche elogiato Mario Draghi, dicendo: “Non è un banchiere come si può pensare, è uno che vede la povertà e sa di che cosa parla e vede il futuro, attento all’ambiente”.

Una sviolinata gratuita e fuori luogo da parte di chi un tempo si definiva rivoluzionario infervorato e paladino del popolo. Dov’è la rivoluzione? Dov’è il cambiamento? L’unica rivoluzione avvenuta è quella del MoVimento stesso. Un fallimento guidato da ipocrisia e astrattezza che ha fatto implodere il partito di Grillo non appena si è confrontato con la realtà.

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