Una notizia dalle conseguenze drammatiche per l’ambiente giunge dal Giappone. Le autorità nipponiche avrebbero deciso di riversare nell’oceano l’acqua radioattiva del disastro di Fukushima.
Infatti, il governo giapponese ha approvato questa decisione di riversare nel Pacifico oltre mille cisterne che contengono l’acqua utilizzata per raffreddare il reattore della centrale nucleare di Fukushima. Naturalmente sono allarmati i paesi vicini e già la Cina e Corea del Sud a cui si è associata Greenpeace chiedono di revocare questa disastrosa decisione che dovrebbe essere attuata tra due anni.
La Tokyo Electric Power Co. è l’azienda energetica che gestisce l’impianto di Fukushima, che come si ricorderà esplose nel marzo del 2011 in seguito ad un terremoto. L’azienda ha usato più di 1,25 milioni di tonnellate d’acqua per raffreddare i reattori. In tutti questi anni il materiale radioattivo è stato raccolto e accumulato per un totale di milione di tonnellate di acqua che hanno riempito mille grandi cisterne.
Ora manca lo spazio per contenere altra acqua contaminata e il governo giapponese ha pensato a questa infausta soluzione per smaltire il materiale radioattivo purificandolo prima di immergerlo nel Pacifico. Però il “trizio” per esempio non si può diluire ed è fortemente inquinante, quindi, si temono gravi ripercussioni per la salute e per il settore della pesca.
Il governo giapponese prevede che l’intera operazione si possa concludere entro dieci anni. Nel febbraio del 2020 è stata effettuata una visita alla centrale e in quell’occasione il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, ha dichiarato che il rilascio dell’acqua nel Pacifico sarebbe in linea con gli standard internazionali dell’industria nucleare. Posizione duramente contestata da Kazue Suzuki, della campagna clima ed energia di Greenpeace Giappone.
“Se il Governo dovesse decidere di rilasciare acqua radioattiva nell’oceano, certificherebbe che le audizioni pubbliche e gli incontri con i gruppi di pescatori che lo stesso esecutivo ha tenuto sono stati una pura formalità, dato che l’opinione pubblica è chiaramente contraria a questa eventualità. La decisione di rilasciare l’acqua nell’oceano è insostenibile, se consideriamo l’incalcolabile impatto sull’ambiente e sulla comunità e teniamo conto delle capacità di Tepco”, ha proseguito Suzuki. «Il governo giapponese dovrebbe continuare a conservare l’acqua contaminata nel sito di Fukushima Daiichi, mentre sviluppa la tecnologia per rimuovere le radiazioni”.