Le truppe ucraine si sono spinte più a fondo nel territorio occupato dalla Russia in una continua controffensiva che ha inflitto un colpo sbalorditivo al prestigio militare di Mosca.
Mentre l’avanzata prosegue, i servizi della guardia di frontiera ucraina hanno affermato che l’esercito ha preso il controllo di Vovchansk, una città che si trova a soli 3 km dalla Russia che è stata sequestrata il primo giorno di guerra.
Le truppe russe hanno abbandonando la città meridionale di Melitopol e si stavano dirigendo verso la Crimea annessa a Mosca, ha detto il sindaco della città.
Mosca, tuttavia, ha affermato nel suo briefing quotidiano che i suoi militari stavano effettuando “attacchi massicci” attraverso la prima linea ucraina.
“Le forze aeree, missilistiche e di artiglieria stanno effettuando massicci attacchi contro le unità delle forze armate ucraine in tutte le direzioni operative”, ha affermato martedì il ministero della Difesa russo.
Sono stati lanciati attacchi di “alta precisione” anche contro le posizioni ucraine intorno a Sloviansk e Konstantinovka nella regione orientale di Donetsk, ha aggiunto. Anche se non è possibile confermare in modo indipendente le affermazioni militari avanzate da nessuna delle due parti.
Da quando Mosca ha abbandonato la sua roccaforte principale nell’Ucraina nord-orientale sabato, segnando la sua peggiore sconfitta dai primi giorni della guerra, le truppe ucraine hanno riconquistato dozzine di città in quello che sembra essere uno straordinario cambiamento nello slancio del campo di battaglia.
Alla domanda se l’Ucraina avesse raggiunto un punto di svolta nella guerra dei sei mesi, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che era difficile dirlo.
“È chiaro che gli ucraini hanno fatto progressi significativi. Ma penso che sarà un lungo cammino”, dice il presidente Biden.
Gli Stati Uniti, che hanno fornito miliardi di dollari di armi e supporto, hanno affermato in precedenza che è probabile che annunceranno più aiuti militari all’Ucraina nei “prossimi giorni”.
Parlando nella piazza centrale di Balakliia, un cruciale snodo di rifornimenti militari preso dalle forze ucraine alla fine della scorsa settimana, il viceministro della Difesa ucraino Hanna Malyar ha affermato che 150.000 persone sono state liberate dal dominio russo nell’area.
Prima e dopo la controffensiva ucraina
Le bandiere ucraine erano state alzate e una grande folla si era radunata per ricevere pacchi di aiuti umanitari. Un centro commerciale era stato distrutto ma molti edifici erano rimasti intatti, con negozi chiusi e sbarrati.
I combattimenti stavano continuando altrove nella regione nord-orientale di Kharkiv. Le forze ucraine stavano facendo buoni progressi perché erano altamente motivate e le loro operazioni sono state ben pianificate.
Colonne di equipaggiamento militare sono state segnalate a un posto di blocco a Chonhar, un villaggio che segna il confine tra la penisola di Crimea e la terraferma ucraina, ha scritto il sindaco Ivan Fedorov su Telegram.
Rapporto di forza
Le forze russe controllano ancora circa un quinto del territorio ucraino nel sud e nell’est del paese, ma Kiev è all’offensiva in entrambe le aree.
Con la riconquista di quasi tutta la provincia di Kharkiv, l’avanzata ucraina potrebbe presto diffondersi nelle vicine Luhansk e Donetsk, dove la Russia ha concentrato le sue forze per mesi per espandere il territorio detenuto dai separatisti sostenuti da Mosca dal 2014.
Il governatore ucraino di Luhansk, Serhiy Haidai, ha affermato che le truppe avevano già riconquistato la città di Lyman, nel nord di Donetsk. Ha identificato Svatove a Luhansk più a est come il probabile prossimo fronte di battaglia.
Un alto funzionario militare statunitense ha affermato che la Russia ha in gran parte ceduto il territorio vicino a Kharkiv, nel nord-est, e ha ritirato molte delle sue truppe oltre il confine.
Un video del servizio di guardia di frontiera ucraino mostrava ciò che si diceva fossero le truppe ucraine che liberavano la città di Vovchansk vicino al confine russo, bruciando bandiere e abbattendo un poster che diceva “Siamo tutt’uno con la Russia”.