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Lo Yeti tra realtà e leggenda

by Nicola Comparato

Tutti hanno sentito parlare dello Yeti, conosciuto anche come “abominevole uomo delle nevi”, termine dovuto all’errata traduzione dell’espressione nepalese “Metoh Kangmi”, ovvero “uomo-orso delle nevi”. Gli Sherpa, un popolo che vive in Nepal, chiamano questa creatura leggendaria dell’Himalaya “yeh-teh”, che significa “quella cosa là”, ma anche “uomo delle rocce”, e da qui potrebbe essere derivato il più comune nome “Yeti”.
I primi avvistamenti vengono fatti risalire al 1407 nei pressi della Mongolia, ma fu il magistrato britannico R. R. Hodgson a descrivere l’uomo delle nevi tra il 1820 e il 1843 in Nepal. Le prime impronte della creatura furono scoperte nel 1889 dal maggiore L.A. Waddell in Tibet ad oltre 5000 metri di altitudine.

Nel corso degli anni gli avvistamenti sono continuati arrivando fino ai giorni nostri e nel 1954 il DailyMail annunciò in un articolo la notizia di una spedizione diretta verso il Tempio di Pangboche, in Nepal, partita con l’intento di esaminare alcuni campioni di peli attribuiti allo scalpo di un presunto Yeti. I campioni furono analizzati dal professore Frederic Wood Jones, che non riuscì tuttavia ad individuare la specie animale a cui appartenevano. Il criptozoologo statunitense Tom Slick, durante la sua seconda spedizione in Nepal, nel 1959, scoprì nel monastero di Tengboche una mano attribuita allo Yeti da uno dei monaci buddisti. Un dito della mano fu inviato a Londra e dopo vari esami fu classificato come appartenente a una sconosciuta specie di primate.
Nel 1991 i resti della mano rimasti al monastero furono rubati. Nel 1986 il celebre scalatore Reinhold Messner disse di aver incontrato un enorme animale in Tibet. La creatura era in piedi sulle zampe posteriori e cominciò a fischiare in modo minaccioso verso di lui non appena lo vide. Ma nel corso delle sue ricerche, durate anni, Reinhold Messner dirà e scriverà che lo Yeti non è altro che un esemplare di orso delle nevi.
L’antropologo George Agogino, rintracciato nel 1992 dal programma televisivo “Unsolved Mysteries” perché in possesso di alcuni frammenti della mano dello Yeti, affermò che i tessuti erano simili a quelli dell’ uomo ma che non appartenevano agli esseri umani. Nel 1996, durante lo spettacolo della Paramount “Paranormal Borderland”, fu mostrato al pubblico il video di un presunto Yeti sulla neve. Il filmato si rivelò poi un clamoroso falso, utilizzato in seguito dalla Fox nel programma “World’s Greatest Hoaxes”. 
Dal 1998 fino ad oggi continuano gli avvistamenti e la scoperta delle impronte di questa creatura leggendaria, alta più di 2.30 cm, bipede, ricoperta da una folta pelliccia e dai piedi enormi, considerata dagli scettici e da molti scienziati solamente un esemplare ibrido di orso polare. Ma che si tratti di realtà o leggenda, quella dello Yeti è senza ombra di dubbio una delle storie più affascinanti da raccontare. Personalmente, da appassionato di criptozoologia, mi piace credere che esista, e spero un giorno di riuscire a incontrarne uno.

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