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Lamorgese parla di democrazia utilizzando il pugno di ferro

by Romano Franco

In altri Paesi ci si dimette per molto meno, ma non in Italia dove la colpa è sempre degli altri.

La ministra Lamorgese, alla ricerca di alibi sui fatti avvenuti il 28 gennaio, risponde così alla violenza ingiustificata della polizia nei confronti degli studenti che hanno preso parte alla manifestazione contro l’alternanza scuola lavoro, che ancora oggi mette i giovani studenti, inesperti, in fabbriche poco sicure e senza neanche un minimo di compenso.

“Chi è chiamato ad esercitare le responsabilità istituzionali ed operative per la sicurezza pubblica deve riflettere a fondo quando si verificano fatti incresciosi come quelli del 28 gennaio, che hanno causato danni a persone estranee al gruppo dei facinorosi. La via maestra è il confronto”, dice la ministra.

Il confronto di un manganello sul naso, evidentemente. Ma il ministro aggiunge che il “4 febbraio le iniziative si sono svolte senza criticità per la moderazione della protesta e per un più intenso dialogo con gli studenti. Flessibilità ed equilibrio sono qualità che hanno le forze dell’ordine ed io sono certa ne faranno ampio uso: ho fiducia in loro”.

“Le proteste giovanili esprimono anche voglia di partecipazione di un mondo, quello giovanile, che durante la pandemia ha sofferto l’isolamento, sono un segnale di vitalità della nostra democrazia. Ma la democrazia ha delle regole dalle quali non si può prescindere. Serve il bilanciamento del diritto di manifestare e la tutela della salute pubblica”, conclude Lamorgese.

Le regole imposte contro il diritto di rappresentare nel nostro Stato, soprattutto in tempi di pandemia, non rispecchiano assolutamente quelli della democrazia.

Non vi è alcuna colpa da parte delle forze dell’ordine che, con ruolo di braccio armato, hanno sicuramente eseguito al meglio gli ordini dall’alto. Ma forse bisogna rivedere alcune regole del gioco prima di infangare ulteriormente la parola democrazia giustificando epiloghi così imbarazzanti, signora Ministra.

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