Di Mirko Fallacia
Il costo economico dell’assalto della Russia in Ucraina è stato esposto mercoledì quando il governo devastato dalle sanzioni di Vladimir Putin ha barcollato sull’orlo del suo primo default del debito internazionale dalla rivoluzione bolscevica.
Mosca avrebbe dovuto pagare $ 117 milioni di interessi su due titoli sovrani denominati in dollari che aveva venduto nel 2013 ma le sanzioni hanno trovato una risposta secca del Cremlino che, impossibilitati i pagamenti, ha risposto che salderà i suoi debiti in rubli, sempre più in caduta libera, innescando di fatto un default.
Ma cosa potrebbe accadere?
Un default del debito pubblico russo era impensabile fino a quando Putin, in quella che ha definito una “operazione militare speciale” in Ucraina, non ha iniziato la sua invasione.
Aveva quasi 650 miliardi di dollari di riserve valutarie, ambiva per rating di credito investment grade con S&P Global, Moody’s e Fitch, e guadagnava centinaia di milioni di dollari al giorno vendendo petrolio e gas a prezzi vertiginosi.
Poi i carri armati sono rotolati e gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati occidentali hanno risposto al fuoco con sanzioni senza precedenti, che hanno congelato due terzi delle riserve russe che si sono rivelate detenute all’estero.
Adesso il rischio che la Russia non effettui i pagamenti (obbligazioni) è reale.
Il ruolo della Russia come uno dei principali produttori mondiali di materie prime ha fatto salire alle stelle i prezzi e l’inflazione globale.
Allo stesso tempo però ha lasciato la Russia in uno stato virtuale, paralizzata dalle sanzioni e con centinaia di aziende che hanno abbandonato il paese.
Però ci sono beni reali che la Russia possiede in gran quantità, anche se ora non sta vendendo. Beni che rappresentano una garanzia da ogni eventuale fallimento su larga scala.
I prossimi due pagamenti sono di 615 milioni di dollari in scadenza a marzo, e il primo “principale” – il pagamento completo finale di un’obbligazione – il 4 aprile per un valore di 2 miliardi di dollari.
Gli investitori esperti vedono tre potenziali scenari per come si svolgerà la scadenza cruciale.
La prima è che Mosca paghi per intero e in dollari, il che significa che le preoccupazioni per l’insolvenza svaniscono per il momento.
I grandi fornitori di energia russi, Gazprom e Rosneft, hanno entrambi effettuato pagamenti su obbligazioni internazionali negli ultimi 10 giorni.
La seconda possibilità è che Mosca non paghi, avviando il conto alla rovescia del periodo di grazia di 30 giorni fino al default.
È anche possibile una terza opzione in cui la Russia paghi ma in rubli, anche se i termini legali delle obbligazioni significherebbero comunque un default. La regola della grazia di 30 giorni si applicherebbe comunque.
Quando un paese va in default su una delle sue obbligazioni tende a significare che tutte le sue obbligazioni sono inadempienti.
1 comment
Domanda tecnica, ma se uno non paga, uno non riscuote…. Puoi pure aumentare sanzioni ma se, lui non paga te, i soldi che aspetti e, su cui puoi fare affidamento non li hai….. Quindi?