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La Politica del caos

by Romano Franco

Scontri su scontri, la battaglia infuria. E stavolta è la volta delle regioni e dello Stato pronti a creare scompiglio. In uno scenario già esasperato prosegue l’infinita lotta politica senza esclusioni di colpi.

Francesco Boccia risponde alla domanda sulla questione se ci fossero o meno linee diverse all’interno del Governo, e dice: ” No, non esistevano due linee diverse.Però è anche fisiologico, quando si lavora in gruppo, avere sensibilità diverse. Poi è chiaro che ci sono ministri che hanno pressioni diverse, però non ci sono state due linee. La somma di queste pressioni ha spesso determinato dei confronti tra di noi, però la saggia prudenza del presidente del Consiglio ha tenuto insieme tutti. La Calabria è il classico caso di una cosa fatta contro una misura nazionale chiara.Il governo ha detto che bar, ristoranti, parrucchieri hanno bisogno di linee guida e hanno bisogno di una valutazione ulteriore che faremo dal 4 al 17 maggio. Cosa succede se un bar apre e poi si ammala un lavoratore, uno chef, un cameriere?”. E alla fine conclude dicendo: “Se dovesse cadere il governo perché manca l’appoggio di Matteo Renzi? Non è ipotizzabile ed escludo categoricamente che il Pd possa dare vita ad un altro governo senza il Movimento 5 stelle”.

Intanto Zaia non ha nessuna intenzione di tornare indietro e dice: “Le ordinanze introdotte dal Veneto non sono in contrasto con il Dpcm ma vogliono portare un principio di buon senso e rispetto nei confronti del cittadino. Le battaglie legali non portano a nulla. Non facciamo ordinanze per cercare prove muscolari o per buttarla in politica. A me sembra che il ministro Boccia, in rappresentanza del Governo, abbia compreso le nostre volontà; penso che per la quasi totalità delle misure oggetto di ordinanza ci sia la possibilità di dimostrare un allineamento col Dpcm per cui non le ritiriamo. Il Veneto è pronto per riaprir tutto. Abbiamo un piano, che speriamo possa diventare operativo a settembre, che viaggia sui 30 mila tamponi al giorno”

Vincenzo De Luca, governatore della Campania, dice: “Voglio insistere su una cosa: dobbiamo essere rigorosi sull’obbligo di indossare mascherine fuori casa e se è possibile rispettare il distanziamento sociale. E’ indispensabile e noi saremo rigorosissimi con un’ altra ordinanza: c’è l’obbligo di indossare la mascherina altrimenti ci saranno sanzioni”.

Jole Santelli, presidente della Regione Campania la pensa diversamente, e sulla vicenda dei bar e ristoranti risponde: “È un atto che il governo legittimamente può fare. Anche se io lo sconsiglierei fortemente. Io non ho riaperto la ristorazione all’interno dei locali, ho solo consentito di mettere qualche tavolo all’aperto. Tutto questo pasticcio per qualche tavolo mi pare eccessivo”.

Per qualche tavolino da mettere all’esterno il rischio di focolai si accentua e i profitti per bar e ristoranti non serviranno neanche a pagare le bollette.

Tanto astio e tanta noncuranza delle precauzioni è un atto irresponsabile, se avessimo voluto fare ognuno a modo suo ci saremmo avviati verso l’immunità di gregge, ma visto che la strada perseguita è quella della precauzione si potrebbe pensare di fare un ultimo sacrificio per raggiungere lo scopo finale. Questa lotta tra destra e sinistra per vedere chi è più dotato fa davvero ribrezzo, è una situazione che ha stufato e il continuo disfacimento di alcuni elementi potrebbe portarci in un vortice di nuovi contagi, mandando ancora più in crisi il sistema. Questa politica della propaganda e caos è più nociva del virus stesso e crea nella gente rabbia, paura e confusione. Si lavori per il bene nazionale, è un imperativo che hanno adottato tutti gli Stati. In Italia non essendoci nazionalismo e amor di patria è difficile poter fare ciò per raggiungere lo scopo.

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