Home Attualità La Corte suprema dell’UE afferma che il velo può essere vietato sul lavoro a determinate condizioni

La Corte suprema dell’UE afferma che il velo può essere vietato sul lavoro a determinate condizioni

by Nik Cooper

Le aziende possono vietare ai dipendenti musulmani di indossare il velo a determinate condizioni, ha stabilito la Corte suprema dell’Unione europea. La sentenza è stata decisa dopo che due donne musulmane in Germania sono state sospese dal lavoro per aver indossato l’indumento islamico nel luogo di lavoro.

“Il divieto di indossare qualsiasi forma visibile di espressione di convinzioni politiche, filosofiche o religiose sul posto di lavoro può essere giustificato dalla necessità del datore di lavoro di presentare un’immagine neutrale nei confronti dei clienti o di prevenire controversie sociali”, ha affermato il tribunale.

“Tuttavia, tale giustificazione deve corrispondere ad un’esigenza reale del datore di lavoro e, nel conciliare i diritti e gli interessi in questione, i giudici nazionali possono tener conto del contesto specifico del loro Stato membro”.

Entrambe le donne musulmane – un’assistente speciale in un asilo nido ad Amburgo gestito da un’associazione di beneficenza e una cassiera presso la catena di farmacie Mueller – non indossavano il velo quando hanno iniziato a lavorare, ma hanno deciso di farlo anni dopo, dopo essere rientrate dal congedo parentale.

Gli è stato detto dal rispettivo datore di lavoro che ciò non era consentito, e in diversi punti sono stati sospesi, gli è stato detto di venire a lavorare senza di esso o di assumere un lavoro diverso, mostrano i documenti del tribunale.

La questione dell’hijab – il tradizionale velo indossato intorno alla testa e alle spalle – ha suscitato per anni polemiche in tutta Europa e ha sottolineato le forti divisioni sull’integrazione dei musulmani.

In una sentenza del 2017, il tribunale dell’UE in Lussemburgo aveva già affermato che le aziende possono vietare al personale di indossare il velo islamico e altri simboli religiosi visibili a determinate condizioni. All’epoca, questo aveva scatenato un enorme contraccolpo tra i gruppi religiosi.

Essendo uno Stato laico e di diritto, il nostro, è normale che debba essere a favore della tutela delle minoranze. Ma proprio per questo motivo, non si può privilegiare o chiudere un occhio su determinate condizioni e leggi solo perché questo offende o ostacola il giusto modo di seguire il proprio culto.

Proprio perché facciamo parte di uno Stato laico la legge è al di sopra di qualsiasi religione e se ciò significa contenere le usanze di qualcuno, è un sacrificio che deve essere fatto per il quieto vivere. Un’azienda privata è libera di decidere le proprie regole di immagine e, appartenendo ad uno Stato laico, è liberissima di scegliere se mantenere una politica neutra oppure no; se il dipendente viene assunto e viene messo al corrente di determinate regole, non può e non deve fare di testa propria all’interno di un’azienda che appartiene ad un altro. Diverso è invece il discorso del razzismo che nel terzo millennio e con le scoperte scientifiche fatte, non ha ragione di esistere. Quindi, velo si, ma solo quando è possibile!

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