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La Cina lancia il primo modulo della nuova stazione spaziale

by Freelance

Di Mimmo Di Maggio

La Cina ha lanciato un modulo chiave di una nuova stazione spaziale permanente, l’ultima del programma spaziale sempre più ambizioso di Pechino.

Il modulo Tianhe, che contiene alloggi per i membri dell’equipaggio, è stato lanciato dal Wenchang Space Launch Center su un razzo Long March-5B. La Cina spera di rendere operativa la nuova stazione entro il 2022.

L’unica stazione spaziale attualmente in orbita è la Stazione Spaziale Internazionale, dalla quale è esclusa la Cina.

La Cina ha iniziato in ritardo quando si tratta di esplorazione spaziale. Solo nel 2003 ha mandato in orbita il suo primo astronauta, diventando così il terzo paese a farlo, dopo l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti.

Finora, la Cina ha mandato in orbita due precedenti stazioni spaziali. Tuttavia, il Tiangong-1 e il Tiangong-2 erano stazioni di prova, consentendo solo soggiorni relativamente brevi per gli astronauti.

“Tianhe” dovrebbe essere operativo per almeno dieci anni. Pechino prevede di avere almeno altri dieci lanci simili che trasportano più moduli prima del completamento della stazione spaziale di Tiangong il prossimo anno, che orbiterà attorno alla Terra a un’altitudine di 340-450 km.

L’unica stazione spaziale attualmente in orbita è la ISS, che è una collaborazione di Russia, Stati Uniti, Canada, Europa e Giappone. Alla Cina è stato impedito di parteciparvi.

La ISS dovrebbe essere ritirata dopo il 2024, il che potrebbe potenzialmente lasciare Tiangong come unica stazione spaziale nell’orbita terrestre.

Il lancio arriva un mese dopo che Cina e Russia hanno annunciato piani per costruire insieme una stazione spaziale sulla superficie lunare.

La Cina ha investito fondi significativi nei suoi sforzi spaziali e nel 2019 è diventata il primo paese a inviare un rover senza equipaggio sul lato più lontano della Luna.

Il presidente Xi Jinping ha anche espresso il suo sostegno alle attività spaziali del paese e i media statali cinesi hanno regolarmente definito il “sogno spaziale” come un passo nel percorso del “ringiovanimento nazionale”.

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