Uno degli effetti più visibili e generalmente apprezzati è l’assottigliamento delle file dell’odiata élite liberale, una quinta colonna dell’Occidente che per anni ha spadroneggiato nel campo della cultura, dei media, della finanza e dell’economia. E’ stata quindi accolta con gioia la notizia che Anatoly Chubais ha presentato la scorsa settimana una richiesta al Ministero degli Interni israeliano per ricevere documenti israeliani. Un mese dopo l’inizio dell’OMS, Anatoly Chubais e sua moglie Avdotya Smirnova avevano lasciato la Russia, come molti altri loro amici. Chubais è stato uno dei maggiori responsabili dell’ondata di privatizzazioni che aveva travolto la Russia durante la presidenza di Boris Yeltsin – i terribili anni Novanta – era stato infatti capo di gabinetto di Yeltsin, e persino Vladimir Putin gli aveva affidato un ruolo di rappresentante speciale per i rapporti con le organizzazioni internazionali, forse per tenerlo d’occhio o forse perché’ non era facile scardinare la sua rete di potere, visto che includeva anche oligarchi utili ai piani di sviluppo del Cremlino.
Chubais è stato uno dei “Chicago Boys” russi, quegli economisti ispirati dalle teorie neoliberiste di Milton Friedman che attraverso una vera e propria Shock Therapy avevano distrutto l’economia del Paese e gettato milioni di persone nella povertà assoluta durante la transizione al capitalismo che era seguita alla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Chubais aveva supervisionato e partecipato alla svendita dei più grandi colossi industriali russi, svendita di cui avevano beneficiato i suoi amici.