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Istat: In Italia cresce la povertà e diminuiscono i consumi

by Rosario Sorace

La povertà cresce in modo preoccupante nel nostro Paese e oggi le persone che versano in condizioni di povertà assoluta salgono a circa 5,6 milioni, quasi un italiano su dieci. Si registra anche un crollo record per i consumi di – 9,1%. Sono questi i dati Istat che emergono anche se la stima del quarto trimestre 2020 migliorano ponendo il Pil in calo dell’1,9 %.

Invece, la povertà assoluta torna con dati davvero allarmanti crescendo e toccando il record dal 2005 con un incidenza di condizioni indigenti in forte aumento sia tra le famiglie (da 6,4% del 2019 al 7,7%), con oltre 2 milioni di nuclei coinvolti, sia tra i singoli individui (dal 7,7% al 9,4%) che in tal modo si attestano a 5,6 milioni di persone.

Nelle famiglie composte anche da stranieri la quota sale al 25,7%, più di una ogni quattro e adesso nell’anno della pandemia si annullano i miglioramenti che vi erano stati nel 2019, anche in virtù di un sostegno economico importante quale il reddito di cittadinanza.

Dopo che per 4 anni consecutivi le famiglie povere erano cresciute negli ultimi anni si erano tuttavia ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie (e di individui) che si trovano in povertà assoluta, pur rimanendo ancora su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008.

La povertà assoluta sta ad indicare introiti che si collocano al di sotto della soglia identificata dall’Istat attraverso un paniere di beni e servizi considerati essenziali e che consente spese minime per un vita dignitosa. Da rilevare che l’incremento della povertà è stato più evidente persino nel Nord del paese dove ora sono coinvolte 218mila famiglie con una quota che in solo anno sale dal 5,8 al 7,6%.

Il Mezzogiorno storicamente arretrato resta l’area dove la povertà assoluta è più elevata e, quindi, coinvolge il 9,3% delle famiglie contro il 5,5% del Centro. D’altronde l’incidenza di povertà cresce soprattutto tra le famiglie con un solo occupato, specialmente se operaio o lavoratore autonomo.

L’Istat ha registrato una flessione senza precedenti per i consumi e di conseguenza della domanda interna favorita anche dalle ripetute chiusure dei negozi. La spesa media mensile delle famiglie torna ai livelli del 2000 (2.328 euro; -9,1% rispetto al 2019). Mentre restano stabili solo le spese alimentari e quelle per l’abitazione, invece, diminuiscono drasticamente quelle per tutti gli altri beni e servizi (-19,2%).

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