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Il mafioso Gallina estradato dagli Usa

by Rosario Sorace

L’ ‘Uomo d’onore’ della famiglia mafiosa di Carini e spietato killer di Cosa Nostra, è stato estradato dagli Stati Uniti. Si tratta di Ferdinando Gallina, detto Freddy, dopo cinque anni ritorna in Italia ed arrivato a Roma scortato dagli uomini del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip).

Il mafioso, è accusato di tre omicidi aggravati dalla finalità mafiosa ed è ritenuto dal braccio destro per la Sicilia occidentale, ed in particolare per la provincia di Palermo, del boss Salvatore Lo Piccolo. Gallina venne arrestato nel 2008, dopo un periodo di detenzione; alla fine del 2014 venne scarcerato e sottoposto all’obbligo di soggiorno nel Comune di Carini, però si rese irreperibile dal 2016 scappando in America dove si è nascosto con l’ausilio di documenti falsi.

Venne arrestato nel novembre 2020 dal personale dell’Fbi dell’Immigration Enforcement di New York, grazie alla segnalazione per l’irregolare presenza sul territorio statunitense. La polizia di Stato in una nota afferma che “è da considerare uno straordinario successo italiano perché un pericolosissimo criminale sconti in carcere le pene inflittegli: risultato reso possibile dall’implementazione degli scambi informativi, delle metodologie operative e investigative con gli Stati Uniti, fortemente sostenuta dal prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della pubblica sicurezza”.

Durante la latitanza il gip del tribunale di Palermo ha emesso nei confronti di Gallina tre diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere per gli omicidi di cui è accusato, quelli di Francesco Giambanco, Giampiero Tocco e Felice Orlando, che sono stati commessi nel biennio 1999 e 2000.

Il ministero della Giustizia nel 2017 era stato informato dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia che Gallina si trovava negli Stati Uniti e, di conseguenza, aveva già chiesto l’estradizione per la prima ordinanza di custodia cautelare.

Successivamente per l’estradizione sono arrivati altri due provvedimenti di arresto. “Gallina, da personaggio di primo piano della mafia siciliana, si è avvalso di una difesa tecnica di altissimo livello che ha utilizzato ogni strumento giuridico previsto dalla legislazione americana per impedire il temuto rientro in Italia”, spiega la polizia di Stato.

Secondo i carabinieri di Palermo il mafioso è considerato anche tra i responsabili del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo ed era stato arrestato nel 2007 nel quadro della cattura del capo del mandamento mafioso di Tommaso Natale, Salvatore Lo Piccolo, avvenuta a Giardinello.

“Oggi un mafioso di livello è stato consegnato alla Giustizia italiana perché sia processato per tre omicidi”, afferma Arturo Guarino, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo. “È arrivato all’aeroporto di Fiumicino e ha trovato ad attenderlo il Comandante del Reparto Operativo di Palermo, che gli ha notificato tre distinte ordinanze di custodia cautelare in carcere. È uno straordinario risultato investigativo della Dda di Palermo e dei Carabinieri – continua il comandante – che con tenacia hanno seguito le mosse del mafioso oltreoceano e hanno collaborato con i colleghi statunitensi e con gli organi di cooperazione internazionale per il rintraccio e il rimpatrio del ricercato”.

Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, in missione a New York e Whashington, a gennaio 2020, aveva affrontato il “caso Gallina” interfacciandosi con le autorità locali statunitensi tra cui il ministro della Giustizia, i direttori di Dea e Fbi, i due procuratori distrettuali di New York (Manhattan e Brooklyn) e vari responsabili delle Agenzie Onu che si occupano di cooperazione internazionale in materia penale.

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