Ogni giorno e ogni momento Angela Manca, madre di Attilio, grida al mondo il suo dolore, la sua indignazione, la sua sofferenza, per la mancata verità sulla morte di suo figlio.
Attilio Manca venne ritrovato senza vita 16 anni fa, il 12 febbraio 2004, a Viterbo, con il volto tumefatto e nel braccio sinistro due fori di siringa, mentre a terra c’erano due siringhe senza impronte. In quelle siringhe vi era contenuta una miscela mortale a base di eroina. La prima pista che si seguì fu quella del suicidio o della morte di un tossicodipendente.
Attilio Manca, medico brillante, specialista in urologia con un grande futuro professionale davanti a sé, secondo gli inquirenti si “è tolto la vita”. Ma questa tesi venne totalmente contestata dai genitori. Infatti Attilio era mancino, come avrebbe potuto iniettarsi la siringa di sostanza letale nel braccio sinistro? Poi le siringhe ritrovate a terra non contengono nessuna sua impronta digitale. Allora forse chi si vuole suicidare si preoccupa di indossare dei guanti o ripulire le siringhe?
Mentre nel frattempo affiora un’altra verità su questa tragica fine. Secondo cinque “pentiti” sarebbe una vittima di mafia. Infatti qualche mese prima della morte del medico, Bernardo Provenzano, il boss della cupola di Cosa nostra, venne operato alla prostata a Marsiglia, in Francia. Guarda caso negli stessi giorni da quelle parti si trovava Attilio Manca.
Dal racconto del pentito Carmelo D’Amico, ex capo dell’ala militare della mafia messinese, si era rivolto al boss di Barcellona Pozzo di Gotto, Rosario Cattafi, chiedendogli di operare Provenzano in seguito alle “sollecitazioni di un soggetto non precisato, appartenente ai carabinieri o ai servizi segreti”. Per tutto ciò viene contattato il valente chirurgo urologo Attilio.
Da lì il viaggio di Manca a Marsiglia, confermato anche dalle intercettazioni del boss Francesco Pastoia che pare abbia per molti anni organizzato e gestito la latitanza di Provenzano.
Nelle intercettazioni Pastoia rivelava che Provenzano era stato curato da un medico italiano lì a Marsiglia. Pochi giorni dopo queste intercettazioni, Pastoia fu trovato inspiegabilmente impiccato nella sua cella.
Strani decessi di persone che sapevano del viaggio di Provenzano e della sua operazione a Marsiglia che tra l’altro è stata ampiamente accertata per via giudiziaria. Dal ritrovamento del cadavere del figlio Angela Manca, il marito Gino e l’altro figlio Gianluca da sedici anni chiedono che si indaghi ancora per conoscere la verità sulla morte di Attilio.
Sarebbe il caso che la Commissione nazionale antimafia sentisse in audizione i pentiti che possono conoscere elementi utili alla riapertura delle indagini e inviare gli atti all’autorità giudiziaria in modo da soddisfare la richiesta di verità e giustizia per Attilio.