Home In evidenza Guerra in Ucraina: Cosa succede in Donbass?

Guerra in Ucraina: Cosa succede in Donbass?

by Carlo Pileri

Il Donbass è una regione ad Est dell’Ucraina, divisa in “Donbass orientale” (confinante con la Russia) e “Donbass occidentale” (interamente ucraino).

La città di Donec’k è il centro principale della regione. Questa zona si considera da sempre più russa che ucraina avendo una prevalente presenza di etnia russa.

Nel 2014 dopo una sommossa popolare che portò ad occupare i principali palazzi istituzionali, si è dichiarato unilateralmente indipendente dall’Ucraina.

E gli ucraini di fatto lo hanno emarginato economicamente pur avendo una popolazione di oltre 7 milioni di persone, dei quali quasi un milione è scappato rifugiandosi in Russia nella vicina zona di Rostov, per evitare la miseria e i rischi di una situazione di guerriglia permanente tra bande filo russe e quelle filo ucraine.

Con l’elezione di Biden la situazione dei rapporti tra Russia e Ucraina è degenerata, oltre che per l’irrisolta questione del Donbass, anche per la disponibilità ventilata dagli USA di accettare l’Ucraina nella Nato.

Una inaccettabile provocazione per Putin considerati gli accordi internazionali raggiunti da Gorbaciov con la caduta dell’URSS che prevedevano l’esclusione delle truppe Nato nei Paesi ex sovietici.

Del resto solo poco più di un anno fa, sotto la presidenza di Trump, la Nato era stata addirittura dichiarata superata al punto che proprio l’allora Presidente americano aveva ventilato l’ipotesi di scioglierla non essendoci più i presupposti per mantenere in piedi un apparato militare secondo gli USA, ormai superato e inutilmente costoso.

Un alleanza che, a distanza di anni, dovrebbe essere sostituita, da un lato, con il consolidamento delle forze di pace ONU e, dall’altro, con la costituzione di un esercito UE, autonomo rispetto agli USA, fatto a difesa della sovranità europea oggi ambigua.

Gli europei in questa situazione di estrema tensione non sanno cosa fare, visto che un intervento militare diretto della Nato sarebbe devastante per la UE.

A riprova di ciò tutti i Paesi dell’Europa occidentale hanno ritirato preliminarmente da settimane i consiglieri militari dall’Ucraina per evitare un coinvolgimento diretto nel conflitto.

Ma i timori e le indecisioni europee non sono solo militari ma riguardano anche le “terribili” sanzioni minacciate da Biden e Johnson che, come le precedenti, dopo una prima fase di “danni” economici alla Russia, oggi, fanno perdere la borsa russa del 45%.

Danno che si ritorcerebbe pesantemente sull’Unione europea che subirebbe, forse, conseguenze più pesanti della Russia stessa, favorendo di fatto le economie inglesi e USA e minando alla lunga l’unità politica dell’Europa traballante e sempre in dubbio sul da fare (vedi i tentativi apparentemente sconclusionati, scoordinati e fallimentari portati avanti dai vari leader europei in questi giorni).

Allora viene spontaneo chiedersi perché la Nato (che un anno fa era in procinto di essere sciolta) è chiamata in causa ora per un Paese che non fa parte della Nato?

Perché soprattutto l’Onu, che invece avrebbe dovuto essere parte attiva per far garantire gli accordi internazionali e evitare i conflitti si dimostra sempre più assente, osservatore passivo tardivo e inutile sullo scenario incandescente mondiale?

Perché sapendo che la situazione Ucraina stava degenerando, e se ne parlava da mesi, la Germania ha inaugurato in pompa magna il gasdotto russo-tedesco solo pochi giorni fa e l’ex cancelliere tedesco Gerard Schroeder occuperà una poltrona nel Consiglio di amministrazione di Gazprom, il colosso russo del metano?

L’impressione è che vi siano accordi bilaterali segreti a discapito degli altri partner europei e che la questione del Donbass sia solo una scusa per tanti.

Di sicuro è che ci sta andando di mezzo tanta povera gente che non ha altra colpa che essere nata in una terra sfortunata. Come già abbiamo visto in Siria e in altre zone martoriate del Mondo.

Potrebbe interessarti

Lascia un commento