Home Attualità Green Pass: Ignorato da Draghi e dai suoi, Salvini è sempre più alla deriva

Green Pass: Ignorato da Draghi e dai suoi, Salvini è sempre più alla deriva

by Romano Franco

Solo e amareggiato dalle decisioni del governo, Salvini si ritrova sempre di più nei panni del povero Don Chisciotte della Mancia, ma la sua aspra lotta contro i mulini a vento è tutt’altro che finita.

Da quel lontano 4 luglio, quando Salvini si incontrò faccia a faccia con il premier Draghi, il Capitano annunciava alla stampa che l’Italia non avrebbe mai imitato il modello francese, “è da cambiare”, intimava il 26 luglio al termine del primo via libera in Cdm (con l’avvallo dei suoi ministri); e ancora: “Un lasciapassare per accedere agli istituti scolastici? Non scherziamo”. Era inamovibile la posizione del Capitano che veniva spalleggiato e sostenuto anche da militanti del calibro di Claudio Borghi.

Ma oggi, la sua versione pare essere già stata dimenticata e ritrattata. E così, il Capitano dice che “se non ci fosse la Lega al governo domani non si farebbe il Green Pass obbligatorio, ma la vaccinazione obbligatoria”.

L’affermazione di Salvini, oltre a vantare una netta sconfitta eclatante, evidenzia come grazie a questa intolleranza dei vaccini accarezzata da Lega e da FdI, abbiano reso la vaccinazione non obbligatoria, ma di fatto obbligatoria.

Rendere il Green Pass obbligatorio per chi lavora, sia nel pubblico che nel privato, per lo svago, sport e svariate attività non è poi tanto diverso da renderlo obbligatorio in maniera definitiva. L’unica differenza sta nella Legge del 25 febbraio 1992 , n. 210, che riconosce un indennizzo ai soggetti danneggiati in modo irreversibile da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati infetti. Per far si che l’indennizzo si attivi, però, la vaccinazione deve essere resa obbligatoria.

In altre parole, tenere il Green Pass al posto di rendere la vaccinazione obbligatoria ha fatto si che lo stato inoculi vaccini senza assumersi responsabilità. Per questo dovremmo dire grazie a Matteo Salvini.

Poi, proseguendo con la sua solita campagna “I meriti son miei e la colpa è degli altri”, Salvini attacca la sua maggioranza sui tamponi gratuiti e così accusa la maggioranza di cui lui stesso fa parte: “Pd, M5S e Forza Italia sono assolutamente allineati per un obbligo indiscriminato. Io e la Lega siamo e saremo sempre contrari e continuiamo a fare da argine verso questa deriva. Non darò mai la soddisfazione a Letta e a Conte di fare quello che vogliono”, salvo poi precisare che, in ogni caso, “decidono i ministri e i governatori della Lega che vanno in Cdm e in conferenza Stato-regioni”.

Insomma il povero Salvini è in netta difficoltà e la rincorsa per la leadership del centrodestra, ostacolata dalla Meloni tranquillamente all’opposizione, sta mettendo il Capitano in seria difficoltà.

La leader di Fratelli D’Italia non si deve preoccupare di come evitare una nuova ondata, di tutelare le categorie più fragili e di ripartire con scuola ed economia, le basta sparare un po’ di fumo negli occhi alle pance degli italiani e il gioco è fatto.

Per Salvini, invece, il gioco è cambiato, non può più solo parlare dei problemi. Quei problemi, al governo, vanno risolti e non certo con soluzioni campate in aria come il blocco navale o il tana libera tutti, tanto agognato da Lega e FdI. Ciò che pare chiaro in questo momento è che il Capitano si ritrova confuso, senza bussola e senza meta, braccato dal forte dubbio: tornare indietro e combattere i mulini a vento, oppure, andare avanti e farsi uomo assumendosi le proprie responsabilità? E’ ora che Salvini, per il bene della politica e per l’Italia scelga questa seconda opzione.

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