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Il Csm si costituisce parte civile nel processo per corruzione contro Luca Palamara

by Rosario Sorace

Importante decisione del Csm anche se ottenuta con un solo voto di scarto. L’organo di autogoverno dei magistrati si costituirà parte civile nel processo contro Luca Palamara.

Il plenum del Csm ha accolto la proposta del Comitato di presidenza di entrare nel dibattimento dov’è imputato l’ex magistrato.

La decisione è passata dopo un lungo e travagliato confronto con 9 voti a favore e 8 contrari, e con 8 consiglieri che si sono astenuti.

Quindi il Csm si costituirà parte civile nel processo a Perugia per corruzione all’ex magistrato Luca Palamara.

Il voto favorevole è stato espresso dal gruppo di Magistratura Indipendente, i togati Nino Di Matteo, indipendente, eletto nella lista di AeI, Sebastiano Ardita, AeI e i laici Alassio Lanzi, Fi, Emanuele Basile e Stefano Cavanna, Lega.

Mentre contrari sono stati Michele Cerabona, laico di Fi, i 5 togati di Area, Ilaria Pepe di AeI e Carmelo Celentano, indipendente, eletto con Unicost.

Infine si sono astenuti i 3 laici dei 5s, il presidente della Cassazione Pietro Curzio e il Pg Giovanni Salvi, i togati Giuseppe Marra, AeI, Michele Ciambellini e Concetta Grillo, Unicost.

Nino Di Matteo è intervenuto in plenum in cui ha detto che la costituzione del Csm come parte civile nel processo a Palamara è “doverosa”, poiché nel contesto del processo ci si riferisce “a presunti lobbisti che avrebbero potuto condizionare scelte del Csm o della sezione disciplinare.

Noi siamo il Csm e se non ci costituiamo, ha proseguito, abdichiamo definitivamente alla speranza di cambiamento. Oggi abbiamo l’occasione per affermare che il Csm deve funzionare secondo la Costituzione e le regole e non secondo l’influenza di lobbisti”.

Anche il componente togato, Sebastiano Ardita ha ribadito questi concetti affermando che: “La questione non è chiedere un risarcimento a Palamara, ma stabilire se dopo il maggio 2019 le decisioni del Consiglio siano state condizionate, non importa se nella direzione da lui voluta o in quella opposta”.

Dal loro punto di vista i togati di Area che sono stati tutti contrari hanno spiegato le loro ragioni: “La citazione del Csm come parte offesa è stata sollecitata dalla difesa di Palamara, il ruolo di persona offesa del Csm nel processo penale è posto a fondamento di ripetute istanze di ricusazione dei componenti della sezione disciplinare, sempre respinte, ma che hanno rallentato la celebrazione dei giudizi.

Abbiamo ritenuto di tutelare al meglio l’istituzione non facendo assumere al Csm il ruolo di parte in un processo che ha ad oggetto fatti che possono essere oggetto di valutazione in sede disciplinare o amministrativa, così evitando il rischio di alimentare ulteriori istanze di ricusazione” e ritengono altresì di non credere che il Csm “costituendosi parte civile nel processo possa ottenere il risarcimento di un danno alla propria immagine che solo un rispetto costante dell’esercizio corretto del mandato istituzionale ricevuto da parte dei suoi componenti può riparare”.

Celentano ha detto di essere contrario, con questa motivazione: “La costituzione di parte civile presuppone l’assimilazione del Csm alla P.A, e una simile affermazione avrebbe ricadute sull’assetto che l’organo ha nell’ordinamento”.

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