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Genova: Corteo ecologista vietato per il passaggio di Draghi. Fratoianni: “Siamo nella Turchia di Erdogan?”

by Romano Franco

E’ furiosa la condanna del segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, dopo aver appreso la denuncia di Mariano Passeri, consigliere municipale di Genova, che aveva rivelato che “nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio Draghi si è recato a Genova, evidentemente per rilanciare la propria immagine ammaccata dalle vicende quirinalizie e dai continui litigi della sua maggioranza. E durante quella visita nel capoluogo ligure è successa una cosa abbastanza grave, denunciata da Mariano Passeri, nostro consigliere municipale e che intendiamo portare in Parlamento”.

“A Sampierdarena, lungo le strade del corteo del premier – prosegue Fratoianni – il ‘Comitato Solidale Firpo’ famiglie, insegnanti, e bambini che avevano preparato cartelli, per far sapere che in quel luogo c’è una battaglia contro la decisione del sindaco di Genova di posizionare un deposito chimico a pochi metri dalle case e dalle scuole, in un quartiere già gravato da altre problematiche ambientali. Ebbene sono arrivate le forze dell’ordine che hanno fatto togliere i cartelli e trattenuto nei giardini mamme e insegnanti del Comitato, per evitare che potessero impugnare i cartelli e avvicinarsi alla strada da cui sarebbe passata l’auto di Draghi”.

“Sono francamente – insiste l’esponente dell’opposizione di sinistra – senza parole. Secondo lorsignori è troppo offensivo per gli occhi del Presidente del Consiglio guardare cartelli di bambini che chiedono la tutela dell’ambiente e del territorio? È normale trattenere per un’ora mamme e insegnanti come se si trattasse di persone pericolose? Azioni del genere appartengono più alle consuetudini della Turchia di Erdogan o della Russia di Putin, e non possono certo avere cittadinanza in una democrazia”.

“Questa storia fa il paio con ciò che è accaduto agli studenti nei giorni scorsi: l’espressione del dissenso in questo Paese sia diventato un problema di ordine pubblico. Quanto fanno paura i cartelli dei bambini? Quanto fa paura una rivendicazione di futuro? Anche su questa assurda vicenda interrogherò la ministro Lamorgese. Le risposte deve darle a quelle mamme, a quegli insegnanti e a quei bambini. O anche in questo caso – conclude Fratoianni – si tratta di ‘infiltrati’, ‘centri sociali’ o provocatori?”.

La libertà d’espressione è un diritto riconosciuto, non solo dalla nostra Costituzione, anche dall’Unione europea. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. Appunto, ma così non è stato per quelli di Genova.

Si chiedono immediate risposte e scuse a questo atteggiamento liberticida. Non è ammissibile assistere a scene del genere in un Paese che è stato definito dallo stesso ministro dell’interno: democratico.

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