L’Eurogruppo è intenzionato a rinviare a gennaio la discussione su parti del Mes, in particolar modo quella sulle controverse clausole di azione collettiva. È quanto ci è stato riferito dalle fonti Ue. Il summit Europeo previsto la settimana prossima non si riunisce per un’eventuale decisione, ma è solo un rinvio all’Eurogruppo di gennaio, mentre i negoziati tecnici proseguono. Nessuno è d’accordo però a fare tabula rasa.
Per quanto riguarda la maggioranza, il dibattito sulla riforma del meccanismo Salva Stati è in pieno tsunami e a complicare le cose c’è la dichiarazione del presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, il quale ricorda a tutti che non ci sono ragioni per cambiare il testo e, con sguardo positivo, è convinto che la firma del nuovo Trattato avverrà “all’inizio del prossimo anno“, dopo gli eventuali chiarimenti derivanti dal dibattito.
Dal canto suo, il premier Conte sarebbe più propenso a un eventuale rinvio e avverte: “Io ancora non ho firmato nulla”. E al Corriere della Sera annuncia che “ci stiamo muovendo in una logica di pacchetto”, ovvero “il progetto comprende unione bancaria e monetaria: è giusto che l’Italia si esprima solo quando avrà una valutazione complessiva su dove si sta andando. Io ancora non ho firmato nulla, tantomeno una cambiale in bianco. Già domani si entrerà nel vivo sul dossier dell’unione bancaria, io non ho nessuna intenzione di firmare in bianco”.
Per il momento non facciamo brutta figura secondo il premier: “Nemmeno per sogno, ci sono 19 paesi che stanno scrivendo una riforma, c’è una sintesi nazionale da fare e poi una europea, non è un ricatto, state sicuri che non ci faremo fregare”. Non chiude a un eventuale rinvio sul Mes, ma ribadisce: “Abbiamo evitato già tante insidie, io non ho abbracciato in Parlamento fideisticamente il Mes e la fanfara propagandistica che continua a far salire lo spread”.
In seguito Conte, dopo la conferenza stampa del vertice Nato, ha dichiarato “non vedo né il primo né il secondo rischio. Quando il Mes sarà firmato decideranno i responsabili politici dei singoli Paesi, ci sono tempi e modi che decideremo in seguito”, ha risposto a chi vedeva come un rischio il fatto di dover mettere un veto all’Unione europea o rischiare un’ulteriore rottura della maggioranza sul Mes.
Di Maio intanto opterebbe per un possibile rinvio al fine di “migliorare il meccanismo” e il leader della Lega, Matteo Salvini, risponde così: “È l’ennesima bugia di Conte. Da Bruxelles continuano a dire pacchetto chiuso. E Conte dice invece che è aperto. Non mi stupirebbe l’ennesima bugia, bisogna fermare la firma contro qualcosa che è contro l’interesse nazionale”.
Dal Partito democratico invece arriva un altro messaggio: “Ricattare gli alleati non può essere un metodo. Non abbiamo paura delle elezioni”, dice il capogruppo Delrio.
“Il modo migliore per convincere tutti dell’utilità della riforma è usarla come punto di partenza per riprendere con convinzione il percorso di integrazione europea“, dichiara Ignazio Visco, governatore di bankitalia, alle commissioni Bilancio e Politiche Ue della Camera sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). La reale preoccupazione, secondo Visco, è “un disegno organico di completamento dell’unione monetaria. Le modifiche introdotte per la riforma del Meccanismo di Stabilita – fa notare – sono di portata complessivamente limitata. La riforma non rimarca un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani. Come nel Trattato vigente, non c’è scambio tra assistenza finanziaria e ristrutturazione del debito. Infatti nel Trattato vigente vi è anche la verifica della sostenibilità del debito prima della concessione degli aiuti. È la clausola che tutela gran parte delle risorse dell’ESM, di cui l’Italia è il terzo principale finanziatore”.