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Etica e responsabilità della classe politica

by Rosario Sorace

Notoriamente il nostro sistema politico si fonda sulla democrazia rappresentativa e sulla delega del mandato politico a scadenza per coloro che ricoprono cariche in tutte le istituzioni del paese.

In tal modo si sottopongono al giudizio del popolo le promesse elettorali con una verifica finale. Ma dovrebbe essere costantemente esercitato un controllo in corso d’opera anche tramite il sistema dei corpi intermedi (partiti, associazionismo e altro) che dovrebbe filtrare le domande dei cittadini con un’organizzazione diffusa e capillare nel territorio dando voce a tutti e concretizzando proposte e idee. Mentre da qualche decennio i partiti strutturati si sono volatilizzati e annullati nei vari territori della nazione anche a seguito della diffusione dei social e del sistema mediatico che consentono ai cittadini di avere un contatto diretto con i capi partito. Nonostante ciò ad ogni elezione anche locale i Comuni vengono invasi da una miriade indefinita di espressioni civiche.

Non mi sembra però che ci sia stato un miglioramento della gestione amministrativa negli enti locali essendoci sempre una discrepanza tra il dire e il fare laddove si inserisce nelle liste chiunque si dichiari disponibile a performance narcisistiche senza la minima cognizione della vita cittadina e superando in tal modo la più rigida e tradizionale selezione dei gruppi dirigenti dei partiti storici che garantivano sia una migliore fedeltà alle linee condivise e anche una maggiore appartenenza di stampo programmatico e ideale.

È stata la camicia di forza del sistema elettorale che ha consentito questo stillicidio di tutti in lista in modo da portare acqua al mulino del sindaco da eleggere. Questo tipo di leggi elettorali ha fatto uscire dalla porta la partitocrazia con gli equilibri del manuale Cencelli facendo rientrare invece dalla finestra una lottizzazione ancora più frantumata, traumatica e impazzita che riporta in auge le epoche dei peggiori capi bastone che gestivano con disinvoltura e spregiudicatezza il sacrosanto decentramento amministrativo.

Dalle Regioni a cascata sui Comuni, consorzi ed enti si attua così la solita politica di divisione delle poltrone e delle quote di potere che determina sovente l’uso distorto e illegittimo della spesa pubblica non finalizzata al potenziamento dei servizi e delle strutture sociali. Cosicché chi si nomina nel famigerato sottogoverno è sempre destinato a sua volta a essere prima un seguace non imparziale e poi un grande elettore e se non si piega a queste logiche spesso, nonostante la competenza e l’onestà, è costretto a uscire di scena.

La questione centrale comunque resta il contenuto dello svolgimento delle funzioni pubbliche che è un tema permanente dell’etica pubblica purtroppo storicamente assente dal dibattito politico. I nostri padri costituenti nella Carta costituzionale hanno indicato norme precettive e programmatiche per definire i contorni della morale pubblica di cui deve essere pervaso il mandato affidato dal popolo. Quello che nessuno deve reputare residuale e inconsistente per non tradire questi princìpi sia nei piani alti del potere che in quelli bassi è l’affermazione e l’attuazione del precetto costituzionale del rispetto della disciplina e dell’osservanza dell’onore per chi occupa cariche pubbliche. Questi valori rappresentano il fondamento e l’anima di qualsiasi ruolo istituzionale.

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