Home Senza categoria E’ morto Paolo Orlandini, il comandante Millo. Uno degli ultimi eroi della Resistenza antifascista

E’ morto Paolo Orlandini, il comandante Millo. Uno degli ultimi eroi della Resistenza antifascista

by Rosario Sorace

E’ morto alla veneranda età di 97 anni, Paolo Orlandini, “comandante Millo”, che fu una figura eroica della Resistenza antifascista nelle Marche. Si è spento nell’ ospedale Inrca di Ancona, dov’era ricoverato dal 26 maggio a causa di un’insufficienza respiratoria.

Negli ultimi giorni ha chiesto alla figlia un funerale laico che, dunque, si svolgerà domani e poi la sua grande preoccupazione che non restasse più la memoria della lotta di resistenza antifascista. La figlia Ombretta racconta che: “È rimasto lucido fino all’ultimo. Pensi, venerdì ci siamo parlati al telefono con una videochiamata. Per fortuna si è spento nel sonno, senza soffrire”.

Sino agli ultimi anni della sua vita fu un uomo estremamente lucido e non mancava mai di commentare con interesse e passione i fatti della politica attuale. Era iscritto al Pd e recentemente si profuse in un commento sull’ex segretario dem e adesso leader di Italia Viva, Matteo Renzi: “L’ho appoggiato all’inizio, credevo potesse essere un valore aggiunto per il partito e per la sinistra. Mi sbagliavo. Presto ho iniziato a percepire che Renzi era soltanto fumo e di sinistra non aveva nulla. Se ho pensato di lasciare il Partito democratico? Mai, la disgregazione è il cancro della politica, preferisco lottare all’interno e non fuori dal partito. Dalla scissione, dolorosissima, della Bolognina non ho mai cambiato idea”.

In seguito quando vide questa crescita delle destre nelle Marche e l’attacco ai valori della Resistenza, con le polemiche suscitate dal messaggio del direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche, Marco Ugo Filisetti, sul 25 aprile: “Questa destra fa paura perché resta legata ai valori del fascismo, sono preoccupato. Filisetti di fatto ha messo tutti sullo stesso piano, parlando di sogni reciproci tra chi praticava la violenza e le vittime. Chi propone una determinata rilettura della storia è pericoloso. Il provveditore ha ritirato fuori il concetto di ‘guerra civile’ per minimizzare tutto: la nostra è stata una guerra di liberazione, stop”.

Fu proprio Gad Lerner, in occasione del 75° anniversario della Liberazione, che ha raccolto una serie di testimonianze di partigiani italiani in un meraviglioso documentario, “La scelta”. Tra le persone intervistate c’è anche il comandante Millo: “La Medaglia d’argento al valor militare – narrava Orlandini emozionato e commosso al giornalista -, me l’hanno data per la liberazione di Osimo, il 6 luglio del 1944. Le altre città erano state sgomberate dai tedeschi, Osimo l’abbiamo conquistata noi. La medaglia l’hanno data a me, ma era da condividere con tutta la formazione che combatté in quel periodo. Sono stato fatto comandante molto giovane perché ci siamo dovuti sostituire a quelli che mancavano: sono partito con 6 uomini, alla fine ne guidavo 460. Dall’8 settembre del ’43 al 29 aprile del ’45 sono stato in guerra e da allora i combattimenti li sogno di notte. Io sono cattivo, non ho mai perdonato i fascisti, ho solo rispetto per i loro caduti, ma non mescoliamo le cose, non lo accetto”.

Orlandini ha raccontato la propria esperienza durante la prima ondata dell’emergenza Covid. “Restando a casa ho il tempo per sistemare un po’ le mie cose, una sorta di archivio personale fatto di documenti e oggetti accumulati in tanti anni e poi dimenticati. In questo modo potrò lasciare un’eredità più ordinata ai posteri”. Da quel intervista colloquio è passato più di un anno. Nei suoi ultimi giorni si confidava con chi gli era vicino: “Siamo rimasti in pochi e presto non resterà che la memoria”. Di lui soleva dire spesso: “Sono cattivo, non ho mai perdonato i fascisti”.

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