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Draghi, il ras d’Europa, elemosina solidarietà agli Stati membri

by Romano Franco

Le spese delle famiglie italiane sono diventate insostenibili e il presidenate del Consiglio uscente, incoronato come statista dell’anno dagli americani, chiede altruismo da parte dell’Europa.

Che Draghi, in questo frangente, abbia dato prova di essere uno statista è un cosa che vedono solo gli americani.

Al contrario, la domanda che si fanno molti italiani è la seguente: come si può mandare sul lastrico un’economia, quella italiana, rispondendo alla chiamata delle sanzioni, senza aver fatto prima accordi che prevedano compattezza e solidarietà a livello europeo??

Facendo così, il nostro premier ha firmato un assegno in bianco nei confronti di altri stati membri che, per far fronte alle nostre esigenze, chiederanno un prezzo alto all’Italia.

Ma il premier, oggi, dice che “la crisi energetica richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza”.

“Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi – aggiunge Draghi – non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali. Nei prossimi Consigli europei dobbiamo mostrarci compatti, determinati, solidali, proprio come lo siamo stati nel sostenere l’Ucraina”.

Insomma un po’ tardi per chiedere aiuti e solidarietà a livello europeo, visto che ogni stato pensa a tirare l’acqua verso il proprio mulino. Questo atteggiamento superficiale cela una strada buia e molto pericolosa e, inoltre, curare al posto di prevenire è un errore che non può essere attribuito al più grande statista del mondo.

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