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Draghi a Bergamo per la Giornata nazionale della memoria delle vittime di coronavirus

by Freelance

Di Mirko Fallacia

Si è inaugurata a malincuore la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime di coronavirus. Come sancito dal Parlamento, oggi, 18 marzo, è la data per commemorare più di 100.000 vittime italiane che hanno perso la loro vita per contrastare questo nemico invisibile ancora lontano dall’essere sconfitto.

Oggi, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è a Bergamo, città simbolo della prima ondata, per commemorare le vittime della tragedia. L’immagine più toccante e più forte rimane quella dei camion militari che sfilavano su Bergamo per portare le salme dei cittadini fuori città.

Il primo incontro per il premier è stabilito nel cimitero monumentale, poi si sposterà al parco della Trucca per l’inaugurazione del bosco della memoria, dove pianterà un Tiglio donato dal Comune di Buccari, e infine si appresterà a parlare ad una platea ristretta di persone. Insieme a Mario Draghi ci saranno anche il sindaco Giorgio Gori, il vescovo Francesco Beschi, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il prefetto Enrico Ricci, il direttore generale dell’Ats Bergamo Maurizio Giupponi, la direttrice dell’ospedale Giovanni XXIII, un’infermiera e un medico di base.

Oggi, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge approvata ieri dal Parlamento che istituisce la “Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell’epidemia da coronavirus” che verrà celebrata il 18 marzo di ogni anno.

A renderlo noto e lo stesso Quirinale. Inoltre, su iniziativa del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, nella giornata del 18 marzo i presidenti delle commissioni rispetteranno un minuto di silenzio all’inizio delle attività parlamentari in ricordo delle vittime della pandemia Covid. Il Senato terrà le bandiere a mezz’asta e i tutti i dipendenti rispetteranno un momento di silenzio alle ore 12.

“Tu ci sei”: la toccante poesia dedicata alle vittime del Covid dello scrittore Ernesto Olivero che ha celebrato i defunti della sua città Bergamo.

Tu ci sei, la poesia

Tu ci sei.
Sono convinto che tu ci sei
accanto alle persone che muoiono sole,
sole, con a volte incollato
sul vetro della rianimazione
il disegno di un nipote,
un cuore, un bacetto, un saluto.
Tu ci sei, vicino a ognuno di loro,
tu ci sei, dalla loro parte mentre lottano,
tu ci sei e raccogli l’ultimo respiro,
la resa d’amore a te.

Tu ci sei, muori con loro per portarli lassù
dove con loro sarai in eterno, per sempre.
Tu ci sei,
amico di ogni amico che muore
a Bergamo, in Lombardia, in ogni parte
del nostro tormentato paese.
Tu ci sei e sei tu che li consoli,
che li abbracci, che tieni loro la mano,
che trasformi in fiducia serena la loro paura.
Tu ci sei, perché non abbandoni nessuno,
tu che sei stato abbandonato da tutti.

Tu ci sei, perché la tua paura,
la tua sofferenza, l’ingiustizia della tua morte,
ha pagato per ciascuno di noi.
Tu ci sei e sei il respiro
di quanti in questi giorni
non hanno più respiro.
Tu ci sei, sei lì, per farli respirare
per sempre.
Sembra una speranza,
ma è di più di una speranza:
è la certezza del tuo amore
senza limiti.

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