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Dibattito infuocato in Parlamento

by Rosario Sorace

Scintille alla Camera e al Senato tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno delle forze di governo con l’ultimo avviso che Renzi lancia a Conte: “Non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli a lei”. Ma il premier rassicura chi parla di sfiducia strisciante: “La maggioranza c’è ancora”. Al Senato Renzi ha alzato la temperatura dicendo e rivolgendosi a Conte: “Siamo a un bivio, dia un occhio in più ai dati Istat oppure non saremo al suo fianco”.

Salvini, invece, dopo essersi barricato al Senato dice: “Resteremo in aula finché vedremo i fatti”. Il PD con Orlando riconosce i limiti dell’azione in atto: “Le banche non stanno facendo il loro lavoro”. Ma la frase che ha provocato la polemica è stata quella pronunciata da Renzi: “La gente di Bergamo e Brescia che non c’è più se potesse parlare ci direbbe di riaprire”.

Anche la Meloni ha attaccato Conte: “Lei ci sta chiedendo pieni poteri. Il suo intervento, presidente Conte, esige risposte in nome della libertà e della verità: gli italiani per l’emergenza sanitaria sono in uno stato che ricorda gli arresti domiciliari. Non ne usciamo con un paternalismo populista o una visione priva di politica. Nessuno le ha chiesto di riaprire tutto, abbiamo chiesto riaperture con gradualità e proporzionalità”.

Renzi è stato incalzante: “Glielo diciamo in faccia: siamo a un bivio. E’ stato bravo a rassicurare gli italiani, è stato molto bravo. Il punto però è che nella fase 2 della politica non basta giocare su paura e preoccupazione. C’è una ricostruzione da fare che è devastante e richiederà visione e scelte coraggiose.

Mentre Giuseppe Conte gli ha risposto con decisione: “Quale ultimatum? Renzi ha chiesto di fare politica? E’ quello che stiamo facendo, quindi non c’è nessun ultimatum”. Sembra farsi strada un clima di dissociazione che non fa ben sperare per il futuro di stabilità del governo.

Renzi non ha fatto sconti al premier: “Il nostro Paese ha avuto momenti in cui la politica ha abdicato rispetto alle sue responsabilità, nel 1992-93 ha abdicato alla magistratura, nel primo decennio del 2000 quando ha abdicato ai tecnici, ora non possiamo abdicare ai virologi, non possiamo chiedere loro come combattere la disoccupazione, tocca alla politica”. Ed ancora ha ha incalzato: “C’è una nuova divisione più profonda, tra garantiti e non garantiti. La richiamiamo ad avere uno sguardo più ampio sul futuro economico. Voteremo il decreto sulla liquidità predisposto da Gualtieri ma il mondo va avanti e di fronte a questo ora è il momento di agire: prevenire, non rincorrere. Sia più prudente quando parla agli italiani: lei ha detto 11 volte “noi consentiamo”. Un presidente del Consiglio non consente, perché le libertà costituzionali vengono prima di lei. Lei non le consente, lei riconosce. Io ho negato a Salvini i pieni poteri: non l’ho fatto per darli ad altri”.

Mentre Ignazio La Russa (Fdl) ha tratto delle conseguenze politiche asserendo: “Caro Presidente Conte, dopo l’intervento di Renzi le comunico che non ha più una maggioranza. Il leader di Italia Viva le ha detto, come io ti ho creato, io ti distruggo”.

“Rimarremo in Aula sino a che non si daranno risposte concrete agli italiani: basta chiacchiere, basta parole”, ha gridato con forza Matteo Salvini, intervenendo a Palazzo Madama. “La prossima volta, venga a dire abbiamo fatto, non faremo, faremo”.
“Si è molto ironizzato sul termine congiunti ma io penso che non ci sia molto da ridere: Conte sa meglio di me che usare termini che non hanno una certezza giuridica comporta discrezionalità sui diritti dei cittadini”. Anche sulle riaperture delle attività si è detto”diamo protocolli e prescrizioni: se sei in grado di rispettarle puoi riaprire. Questo è quello che vogliamo fare noi: riaprire il più possibile per impedire la desertificazione del nostro sistema produttivo: con il virus ci dovremo convivere anni”.

“Non esiste una ripresa economica senza una sicurezza sanitaria-ha detto Andrea Orlando – non si va a fare shopping dove può avvenire il contagio. Dire agli imprenditori che basta togliere i vincoli per ripartire è una presa in giro. I nostri nemici non sono i Dpcm ma la paura. Apprezziamo il fatto che si sia detto che dove la curva epidemiologica scende sarà giusto ripensare le indicazioni che sono emerse, perché dove i contagi sono diminuiti i passi possono essere più lunghi. Ci servono misure strutturali per gli imprenditori che si occupano del tempo libero”. Il vicesegretario del Pd Andrea Orlando parlando a Montecitorio prosegue: “Io non mi rassegno poi al fatto che non ci possa essere collaborazione tra maggioranza ed opposizioni. Le misure non stanno arrivando alla meta non perché non ci sono ma perché le banche non stanno facendo i loro lavoro, Conte chiede un atto di amore, io chiedo un atto di responsabilità”.

Il presidente del Consiglio, invece, ha difeso il suo operato e ha svolto una informativa nei due rami del Parlamento sull’emergenza Coronavirus e sulle misure adottate dal governo. Dopo una pantomima sul mancato uso delle mascherine da parte di Conte Fico e su cui le opposizioni scaricano le tensioni iniziali.

Poi il presidente Conte ha iniziato il suo intervento: “Stiamo affrontando un’emergenza che non ha precedenza nella storia repubblica, siamo costretti a riconsiderare modelli di vita, a rimeditare i nostri valori, a ripensare il nostro modello di sviluppo. Sono giorni in cui è vivace il dibattito, anche critico, sulle decisioni assunte. La vivacità rileva la forza e la vitalità del nostro sistema democratico. Il governo ha sempre compreso la gravità del momento e proprio per questo non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata: c’è stato l’accurato bilanciamento di tutti gli interessi e i valori coinvolti, buona parte dei quali di rango costituzionale. La filosofia antica, da Platone ad Aristotele, distingueva la doxa, intesa come l’opinione, la credenza alimentata dalla conoscenza sensibile, dall’epistème, la conoscenza che invece ha saldi basi scientifiche”.

Il premier Giuseppe Conte ha spiegato le basi scientifiche delle sue decisioni sulla fase 2: “È direi imperativo categorico per un Governo chiamato ad affrontare questa emergenza, una sfida così complessa, un governo che deve proteggere la salute e la vita stessa dei cittadini di fronte a una minaccia così concreta e insidiosa, porre a fondamento delle proprie decisioni, non già le libere e mutevoli opinioni che si susseguono e che di volta in volta prevalgono nell’opinione pubblica, bensì le raccomandazioni frutto di meditate ricerche e riflessioni di qualificati esponenti del mondo scientifico”.

Ha ammesso che su queste misure c’è stata: “Discussione ampia con i membri del governo, forze di maggioranza, parti sociali ed enti territoriali riuniti in una cabina di regia. Anche il Parlamento è stato costantemente e doverosamente informato. Il Parlamento, non sono certo io a doverlo ricordare, dispone di tutti gli strumenti per indirizzare e controllare l’azione del governo. Il governo sarà sempre molto attento ai contributi che le Camere vorranno portare. Lo sarà ancora di più nella seconda fase dal 4 maggio, con il progressivo allentamento delle misure e il ritorno alla vita. Il governo ha adottato da subito un indirizzo di merito e di metodo che prevede un costante confronto con il Cts” in modo da seguire “un principio di conoscenza scientifica nelle sue decisioni”.

Conte sottolinea che “la conoscenza ha salde basi scientifiche”. “E’ imperativo categorico per un governo che deve proteggere la vita dei cittadini porre a fondamento delle proprie decisioni non le libere opinioni che si susseguono ma le raccomandazioni di qualificati esponenti del mondo scientifico”.

Tante proprio tante parole, trattati di chiaccherologia, adesso una gran parte di italiani si attendono aiuti concreti e un sostegno ai bisogni impellenti.

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