In attesa degli Stati Generali del Movimento Cinque Stelle che dovranno chiarire la tesa e pesante situazione interna di questa formazione politica, giungono indiscrezioni che stupiscono e lasciano adito a diverse interpretazioni.
Davide Casaleggio ha dichiarato a sorpresa che gli sarebbe stato offerto un posto al governo. E poi ha anche detto con una velata dose di veleno: “Ho visto Grillo nel fine settimana. Sta benissimo. Non abbiamo parlato degli Stati generali. Pronto a rivedere i rapporti fra Rousseau e il M5S. Mi hanno offerto un ministero, ma non dico quale per rispetto di chi lo occupa oggi”.
Su Davide Casaleggio, infatti, sta montando la polemica interna e in special modo sul ruolo della piattaforma Rousseau che, ormai, viene messa in discussione dalla maggior parte del gruppo parlamentare e dai vari big del vertice nazionale: “Preferisco non parlare per rispetto alla persona che oggi occupa questo ministero”, dice Casaleggio facendo trapelare questa notizia che pone i Cinque Stelle alla stregua dei partiti della Prima Repubblica.
Qualcuno maliziosamente fa uscire anche che ci possa essere stata questa offerta per ottenere qualcosa in cambio, ma Casaleggio smentisce, recisamente e seccamente: “Crede sia stata un’offerta per ottenere qualcosa in cambio?”, risponde: “Non penso”.
Comunque si fa sapere dagli ambienti Cinque Stelle che sarebbe stato proprio il ministero dello Sviluppo Economico quello proposto al figlio del fondatore del movimento e poi si denuncia il fatto che lo stesso chiede 1,2 milioni per garantire i servizi erogati dalla piattaforma che ormai tale somma per lo stato maggiore del movimento è inammissibile.
C’è una guerra interna all’interno del mondo pentastellato con le diverse anime che si fronteggiano secondo le regole eterne dei vecchi partiti. Casaleggio fa sapere di avere avuto un lungo incontro con l’altro fondatore del movimento, Beppe Grillo.
“L’ho visto questo week end – dice -, sta benissimo. Spesso i giornali raccontano retroscena che faccio fatica a capire. Stati generali? Non abbiamo parlato di questo ma di tante cose”, dice il presidente dell’Associazione Rousseau. “Il mio post del 4 ottobre non era un post polemico, ma un inno al Movimento, un inno ai principi del Movimento che spero vengano rafforzati e portati avanti e che ci sia sempre un focus sul fatto che noi siamo un Movimento.
Ho voluto semplicemente ricordarlo nel giorno del compleanno del Movimento 5 Stelle”, continua ancora Davide Casaleggio. Lancia anche un messaggio a Luigi Di Maio, che nei giorni scorsi aveva proposto per il futuro del Movimento un organo collegiale al posto di un capo politico: “Ogni volta che sento parlare di segreteria si evocano strutture partitiche per cui sono contrario al concetto della segreteria. Un organo collegiale oggi già esiste, si chiamava team del futuro, ha 200 persone su tutto il territorio, non è sufficiente dire questo o quello bisogna capire cosa si vuole costruire”.
Sulla questione dei soldi che i big rivendicano per l’iniziativa politica dei territori e da togliere alla piattaforma Rousseau che oggi riceve un contributo fisso dai parlamentari si è sviluppato un duro confronto tra i maggiorenti pentastellati e Casaleggio, e lo stesso dice “ci sono state richieste da parte di alcuni parlamentari di riconfigurare il rapporto tra M5S e Rousseau.
Anche da parte di Vito Crimi. Io ho dato la mia disponibilità a venire incontro a qualunque esigenza che emergesse. Mi sembra che in questo momento ci sia una volontà di fare questi Stati generali, piuttosto che di fare il prossimo voto sul capo politico o qualunque cosa ci sarà successivamente”.
Alla fine, sono ormai lontani i tempi in cui aleggiava quel forte sentore dell’uno vale uno e della democrazia diretta dei cittadini. Anche l’appello di un “ritorno al passato” da parte di Di Battista non è servito, il Movimento Cinque Stelle, oramai, è diventato come tutti gli altri partiti.
Dunque, si potrebbero ricompattare con un equilibrio precario e fragile, oppure si giungerebbe alla divisione- scissione tra “governativi” e “movimentisti”. In ogni caso benvenuti sulla terra del realismo politico.