In questo fine Luglio viviamo una fase un po’ convulsa, politicamente parlando, e mercoledì sarà il giorno del giudizio. Nel senso, il giorno in cui, se qualcuno a Roma dovesse averlo, sarebbe il caso che lo usasse, il giudizio. Ma non succederà. Perché dobbiamo dircelo, senza falsi pudori: questa crisi l’ha provocata Draghi. Ecco perché è ragionevole pensare che sia solo una pantomima estiva. Semplifico, non per sottovalutazione o per amore della banalità, ma perché a complicare le cose già ci pensano gli altri. Il voto al Senato di qualche giorno fa, sul decreto “Aiuti”, che ha visto l’astensione dei 5S, poteva essere superato in serenità. Non era questione di fiducia e, con la scissione pentastellata, i numeri c’erano tutti. Come infatti è stato.
Ma su quell’influente incidente di percorso, Draghi ha costruito un castello, facilitato anche dall’ingenua pretattica di Conte che ha dato un’enfasi esagerata alla faccenda. Draghi sarà anche permaloso di suo, ma certamente è scaltro, e quell’occasione ghiotta di far la parte del più puro dei puri non se l’è fatta scappare. Ventilando lo scioglimento delle Camere per la nobile motivazione dell’incrinatura virtuale del rapporto di fiducia nell’esecutivo, ha gettato deliberatamente nel panico mezzo mondo, politico e non solo. Al di là delle affermazioni di comodo ad uso delle truppe, tutti hanno motivi per guardare le urne anticipate come il diavolo l’acqua santa, eccetto la Meloni. Ma le sue sono solo illusioni, rispolvera il vecchio cartello “elezioni subito” che tiene sempre pronto, e finisce lì. Ma ciò che il perfido Mario voleva era il coro unanime, accorato, traversale, la corale preghiera, l’invocazione a restare. E tutto questo, puntuale, è arrivato. Così, lo chiameremo “Draghi bis” o come ci piacerà, ma tra coriandoli e grandi sospiri di scampato pericolo, il suo potere personale sarà ben consolidato. Scopo raggiunto. Ammesso che ci fosse la necessità, dall’alto del suo quasi “Santo subito”. Così van le cose, nella nostra italietta, fatta di sole e di mare, e dalla ventura che ai problemi provvede sempre Washington. Come siamo fortunati!