Le minacce di Conte non fanno più paura da tempo e dopo aver preso schiaffi dal nuovo fedelissimo di Draghi, Luigi Di Maio, si rimette in piedi come un pugile suonato.
Dopo l’incontro con Erdogan il premier Draghi ha incontrato il suo predecessore ora a capo della seconda forza di maggioranza, il Movimento cinquestelle.
Con il suo partito oramai alla deriva, dopo aver perso alle elezioni amministrative e dopo aver visto allontanarsi personalità storiche del suo gruppo, il capo dei grillini torna a tergiversare.
“Abbiamo parlato con il presidente Draghi, gli ho consegnato un documento a nome di tutta la comunità del M5s. Occorre un forte segno di discontinuità. Dobbiamo intervenire a favore di famiglie e imprese con un intervento straordinario. 200 euro di bonus non servono. Va tagliato il Cuneo fiscale. Dobbiamo intervenire per i lavoratori e sul salario minimo”, dice l’ex premier.
“Non permettiamo più che il Reddito di cittadinanza sia messo quotidianamente in discussione”. E poi aggiunge: “Abbiamo bisogno di risposte chiare in tempi precisi e ragionevoli”.
“Draghi si prenderà un po’ di tempo per valutare le nostre richieste – aggiunge Conte – non mi aspettavo una risposta immediata, non sarebbe neanche stato serio”.
Tra i punti fermi del capo dei pentastellati vi è il Superbonus che è stato messo più volte denigrato dall’esecutivo.
“Dobbiamo risolvere con assoluta urgenza l’incaglio, il blocco che c’è nella cessione dei crediti che riguarda il superbonus. Ci sono migliaia di imprese che stanno sull’orlo del fallimento, ci sono famiglie che non possono completare i lavori e noi tutto questo non lo possiamo permettere – evidenzia Conte – ne parleremo, ci sono le riunioni dei capigruppo e definiremo la nostra posizione, che comunque è chiara”, ma il governo ha già fatto sapere che difficilmente cambierà rotta a riguardo.
Inoltre, Conte ha ricordato anche la scelta dei ministri Cinquestelle di non partecipare al voto in Cdm “perché c’è una norma che va contro la tradizione del Movimento. Non siamo qui per predicare la transizione ecologica di giorno e varare nuove trivellazioni di notte” ha ricordato.
Ma nel frattempo niente di nuovo sotto al sole e Conte subisce l’ennesima umiliazione da parte del governo senza fare nulla.
Non esiste posto in politica per gli ignavi e non prendere posizione, senza aver il coraggio di rischiare, potrebbe costare all’ex premier l’anonimato.