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Benedetto XVI, Francesco e il libro della discordia

by Romano Franco

Il Pontefice emerito sotto i riflettori dei media. In un libro, a quanto pare scritto a quattro mani con il cardinale Robert Sarah e che uscirà domani in Francia, prima ha emesso un’appassionata difesa del celibato sacerdotale, affermando che “non può tacere” dal momento che il suo successore, Papa Francesco, considera di allentare il divieto agli uomini sposati di servire come sacerdoti, poi ha chiesto di togliere la firma dall’opera.

Ma ripercorriamo le tappe dell’intera vicenda. Nel testo, intitolato “From the Depths of Our Hearts”, Ratzinger sostiene la secolare tradizione del celibato all’interno della Chiesa, difendendo la capacità di “mettersi completamente a disposizione del Signore” come criterio per coloro che desiderano essere ordinati sacerdoti. “Possiamo dire: ‘Silere non possum! Non posso tacere!’”, hanno scritto Benedetto XVI e Sarah in un’introduzione congiunta al volume, secondo gli estratti pubblicati dal quotidiano francese “Le Figaro”. Il Papa ha anche scritto che crede che il celibato abbia “un grande significato” ed è “veramente essenziale” poiché il cammino di un sacerdote verso Dio diventa il fondamento della sua vita. “La chiamata a seguire Gesù non è possibile senza questo segno di libertà e di rinuncia a tutti gli impegni”, ha sostenuto. “Il celibato deve penetrare, con i suoi requisiti, tutti gli atteggiamenti dell’esistenza”.

E poi, cosa ha causato la controversia? A ottobre Papa Francesco ha aperto un vertice di tre settimane per discutere di questioni ambientali e religiose nella regione amazzonica. L’incontro ha sollevato la questione se alcuni rispettati uomini anziani sposati, noti come “viri probati”, potessero essere ordinati per aiutare a superare la carenza di sacerdoti nella regione. La proposta, in attesa di approvazione da parte di Francesco, sarebbe un cambiamento storico nella secolare tradizione della Chiesa di sacerdoti non sposati. Ma i critici temono che, se approvata, una tale mossa potrebbe condurre a una più ampia dissoluzione della disciplina del celibato nel mondo. Votata e approvata da 128 vescovi (41 i contrari), la proposta si applica solo ad alcune Chiese della regione amazzonica, tra cui parti di Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana francese, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela.
Consentire agli uomini sposati di diventare sacerdoti non è la stessa cosa che consentire ai preti di contrarre matrimonio, quindi il cambiamento non influenzerebbe la regola del celibato per i preti cattolici, ai quali non è permesso sposarsi. Tuttavia la possibilità ha suscitato indignazione tra i gruppi conservatori in ottobre che hanno protestato con veglie di preghiera dopo che il cardinale americano Raymond Burke e il vescovo del Kazakistan Schneider hanno chiesto “una crociata di preghiera e digiuno” per 40 giorni durante l’incontro.
Non vi sono state conclusioni ufficiali al vertice. Ma la documentazione finale emersa dall’incontro ha fortemente raccomandato il cambiamento. Francesco quindi dovrebbe pubblicare le sue conclusioni sulla proposta nei prossimi mesi.

Cosa significano i commenti di Benedetto? Ratzinger si è ritirato nel 2013 e si è in gran parte tenuto lontano dalla condivisione dei suoi pensieri su qualsiasi misura adottata dal suo successore o su qualsiasi questione relativa alla Chiesa. E quando si è ritirato ha promesso di rimanere “nascosto dal mondo”. Così le reazioni alle sue parole che rompono il silenzio sono ora divise secondo linee politiche ampiamente prevedibili.
I sostenitori di Francesco, come il biografo britannico Austen Ivereigh, hanno suggerito che è inappropriato per un ex Papa commentare una decisione attualmente soppesata dal Pontefice in carica.

I critici di Francesco, come il commentatore italiano Sandro Magister, hanno affermato che, data la gravità della questione, Benedetto non solo era pienamente in linea per parlare, ma che in realtà era obbligato a farlo.
Resta da vedere se i commenti di Ratzinger e Sarah avranno qualche impatto sulla decisione di Francesco. Quando ha dovuto scegliere, nel 2016, sull’apertura della Comunione ai cattolici divorziati risposati civili, Francesco ha incontrato una significativa opposizione interna, ma alla fine ha comunque deciso di proseguire.
È anche possibile che la controversia possa riaprire il dibattito sull’istituzione di un “Papa emerito”.
Quando Benedetto è diventato il primo Papa dopo secoli a dimettersi le decisioni in merito al suo titolo, alle condizioni di vita e al ruolo sono state prese in fretta. A quel tempo, alcuni esperti credevano che avrebbe dovuto tornare ad essere semplicemente “Cardinale Joseph Ratzinger”, con il suo nome e il suo titolo precedente, per sottolineare che non aveva più alcuna autorità papale e per ridurre le possibilità che potesse essere visto come un rivale del suo successore.

E cosa ha detto Francesco in merito? L’attuale Papa ha affermato in passato di non essere d’accordo con il consentire il celibato opzionale. Su un volo per Roma da Panama, nel gennaio 2019, Bergoglio ha detto ai giornalisti di credere nel celibato, ma che la questione andrebbe studiata.

Intanto il Vaticano ha risposto alla difesa del celibato sacerdotale dell’ex Papa, suggerendo che Francesco è d’accordo con il suo predecessore sul principio, ma che potrebbero esserci momenti in cui necessita considerare altri fattori. “La posizione di Papa Francesco sul celibato è nota. Durante la sua conversazione con i giornalisti al suo ritorno da Panama, Papa Francesco disse: ‘Mi viene in mente una frase di San Paolo VI: Preferisco sacrificare la vita prima di cambiare la legge sul celibato’”, ha dichiarato il direttore dell’ufficio stampa vaticano, Matteo Bruni, in una nota. Aggiungendo: “Personalmente, penso che il celibato sia un dono per la Chiesa. Non sono d’accordo con il consentire il celibato opzionale. Ci sarebbero solo alcune possibilità nelle aree più remote. Penso ad esempio alle isole del Pacific. Quando lì ci sono bisogni pastorali, il pastore deve pensare ai fedeli”.

Ultima tappa della vicenda, le dichiarazioni di monsignor Gaenswein, il quale fa sapere che “su indicazione del Papa emerito, ho chiesto al cardinale Sarah di contattare gli editori pregandoli di togliere il nome di Benedetto XVI come coautore e di togliere la sua firma da introduzione e conclusioni”. Il segretario di Ratzinger spiega che “il Papa emerito sapeva che il cardinale stava preparando un libro e aveva inviato un suo testo sul sacerdozio autorizzandolo a farne l’uso che voleva. Ma non aveva approvato alcun progetto per un testo a doppia firma né aveva visto e autorizzato la copertina”.

Robert Sarah ribadisce in una nota di avere chiesto a Ratzinger un testo sul tema, e di averlo ricevuto “il 12 ottobre, durante il Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia”. Il testo però era troppo lungo per un articolo e quindi propose a Benedetto XVI di pubblicare un libro. Il Papa emerito, sostiene il cardinale, il 25 novembre ha dato il via libera alla pubblicazione. “Affermo solennemente che Benedetto XVI sapeva che il nostro progetto avrebbe preso la forma di un libro”. Sarah così respinge le ipotesi circolate su alcuni media secondo cui Ratzinger sarebbe all’oscuro del fatto che alcuni appunti sul celibato dei sacerdoti, a lui affidati, sarebbero stati pubblicati in un volume. Il cardinale tra l’altro rende noti gli incontri con cui ha concordato con il Papa emerito la redazione e l’uscita del testo. “Considerate le polemiche che ha provocato la pubblicazione dell’opera ‘Dal profondo dei nostri cuori’, è stato deciso che l’autore del libro sarà il cardinale Sarah con il contributo di Benedetto XVI. D’altro canto il testo completo resta assolutamente immutato”, ha precisato lo stesso Sarah in un tweet.

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