Sono anni che imperversa la dittatura dei Social Media che, con la scusa di rendere sicura la loro piattaforma, vengono muniti di poteri che vanno oltre le normali leggi applicate al resto delle persone.
Questa censura, è per la sicurezza, è per propaganda o per semplice moralismo, alla fine, minaccia proprio quella libertà d’espressione o di parola difesa dalla nostra Costituzione.
Sia chiaro, nessuno vuole che si diffondano messaggi pericolosi in maniera virale ed è per questo che il social, al posto di censurare, potrebbe etichettare il messaggio come poco attendibile.
Inoltre, vi sono i profili cosiddetti “fake” che diffondo anche messaggi sbagliati e, quelli, potrebbero venir censurati non essendo di persone o aziende riconosciute.
Ma, la maggior parte delle volte, è proprio l’utente medio, senza alcuna responsabilità, a pagare le conseguenze di questa sicurezza che si vuole preservare.
Infatti, nonostante la spesa per la pubblicazione di inserzioni sullo stesso Social, sono molte le aziende che subiscono i danni economici e d’immagine a causa di questa “dittatura” e, il più delle volte, senza sapere né come né perché.
Tutti siamo liberi di trasmettere i messaggi che vogliamo assumendoci le nostre responsabilità e mettendoci la faccia. Non tocca di certo a Facebook, a Twitter o ad altri social media perseguitare determinati comportamenti, ma, ci sono una giustizia e un legislatore che devono provvedere a questo.
Inoltre, chi si registra inserendo i dati sensibili come documenti, intestazioni o partita Iva, non può venir censurato da un social che lo riconosce in quanto persona fisica o azienda, poiché sono molti i diritti che verrebbero negati grazie a quest’opera di pulizia che viene applicata da questi giganti.
Il primo è il principio di uguaglianza, poiché se ti attieni ai loro parametri e contenuti sei dentro altrimenti sei fuori, l’altro principio è proprio quella libertà di espressione, o di parola, sulla quale viene costruita ogni democrazia che si rispetti.
Nonostante si tratti comunque di società private, questi colossi del web sono diventati troppo influenti e potenti nella nostra società per poter venir estromessi dal loro mercato. I diritti inalienabili non possono di certo essere preclusi per tutelare una “pseudo sicurezza”.
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