Dopo tanta retorica sui medici in prima linea giunge una notizia che mostra incoerenza tra le parole e i fatti. Infatti sono stati utilizzati medici specializzandi nella Regione Emilia Romagna per fronteggiare l’emergenza negli ospedali. Essendo studenti della scuola di specializzazione pagano migliaia di euro di tasse e non possono fare didattica sul campo ma, nonostante si siano impegnati in questa fase delicata, sono stati esclusi dal premio di mille euro che la Regione ha annunciato per tutti gli operatori del servizio sanitario.
Allora giustamente discriminati i giovani camici bianchi hanno sottoscritto un documento di protesta: “Leggere che i medici in formazione specialistica risultano esclusi dall’incentivo economico ci lascia amareggiati. Non possiamo essere considerati medici quando è necessario mettersi in prima linea e studenti quando dobbiamo versare contributi economici”.
Tra l’altro a causa dell’allarme Covid, l’attività didattica è sospesa e, quindi, i medici esclusi scrivono alla Regione “ma non lo sono le tasse universitarie, che in atenei come Bologna superano i 2.300 euro annuali, con una seconda rata da circa 1.500 euro solamente posticipata in questo momento di emergenza. La quasi totalità degli specializzandi ha interrotto la propria didattica, impossibilitata a seguire lezioni, ambulatori specialistici o attività di sala operatoria, né sa quando riprenderà la sua usuale attività”.
Però sono stati impiegati negli ospedali e il ruolo che hanno svolto è stato essenziale nella risposta all’emergenza Covid in un momento in cui le strutture sanitarie hanno potuto colmare le carenze di organico basandosi sulla attività e la disponibilità. Il lavoro si svolge, come tutto quello del personale sanitario, con lo stesso numero di straordinari, riposi mancati e, naturalmente, lo stesso rischio di contaminazione.
Il coordinamento degli specializzandi coadiuvati da associazioni quali Federspecializzandi e del coordinamento “Chi si cura di te?”, hanno inviato una missiva di sottoscrizione con raccolta firme, diretta al governatore Stefano Bonaccini, all’assessore alla Sanità Raffaele Donini, alla vicepresidente Elly Schlein, al sottosegretario Davide Baruffi, a Cgil, Cisl e Uil.
Chiedono il premio economico previsto per gli altri e la garanzia di un piano per la formazione di medici.