Home Attualità Annullata dalla Cassazione l’indennità per ingiusta detenzione all’ex 007 Bruno Contrada

Annullata dalla Cassazione l’indennità per ingiusta detenzione all’ex 007 Bruno Contrada

by Rosario Sorace

La Corte di Cassazione ha annullato l’indennità da 667mila euro per ingiusta detenzione stabilito per Bruno Contrada che era stato stabilito dalla Corte di Appello e quindi dovrà riesaminare la sua decisione del 6 aprile scorso che aveva accordato all’ex funzionario del Sisde la cospicua indennità.

A suo tempo Contrada, fu condannato per concorso esterno in associazione mafiosa a 10 anni di carcere e nel 2017 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha in qualche modo ridimensionato la portata del verdetto condannando l’Italia a risarcirlo perché non andava processato né condannato in quanto il reato di concorso esterno in associazione mafiosa era stato tipizzato e aveva assunto una dimensione chiara e precisa solo nel 1994.

Mentre Contrada era stato sottoposto ad un processo dai giudici per fatti precedenti a quella data. Il Tribunale di Strasburgo, tuttavia, non ha mai messo in discussione i fatti che venivano contestati all’ex funzionario del Sisde. I giudici di Cassazione dichiararono che “non vi è in effetti alcuno spazio per revocare il giudicato di condanna presupposto, la cui eliminazione non è richiesta, né direttamente né indirettamente, dalla Corte europea dei diritti umani, come è desumibile, oltre che dall’assenza di riferimenti testuali a una tale possibilità, dalle statuizioni relative al rigetto della domanda di equa soddisfazione”.

La Corte di Strasburgo, invece, sottolineava che il verdetto dei supremi giudici italiani ha stabilito che l’ex poliziotto, accusato di aver fatto favori a Cosa Nostra avvertendo i boss di retate e appostamenti, è stato messo sotto processo per un reato la cui “evoluzione giurisprudenziale, iniziata verso la fine degli anni Ottanta e consolidatasi nel 1994, non ha consentito a Contrada di avere “sufficientemente chiaro e prevedibile” il reato di concorso esterno perché i fatti commessi, per i quali è stato condannato in via definitiva, vanno dal 1979 al 1988.

“Aspettiamo di leggere le motivazioni per un esame più approfondito, ma è evidente fin d’ora che la Corte di legittimità non ha dato esecuzione alla sentenza di Strasburgo, secondo cui Bruno Contrada non andava né processato, né condannato”, afferma l’avvocato Stefano Giordano, legale di Contrada.

“Ora la palla passa nuovamente alla Corte d’Appello palermitana. Ma – comunque andrà a finire la vicenda – è probabile che il dottor Contrada non vedrà mai un centesimo di quanto gli spetta, considerate la sua età e le sue condizioni di salute e la lunghezza dei tempi processuali”.

Potrebbe interessarti

Lascia un commento