Cresciuta in una famiglia con grossi disagi e problemi, Dailene Alyssa Bustamante nasce a Cole, nello Stato del Missouri, il 28 Gennaio 1994. I suoi genitori sono consumatori abituali di alcool e droghe, forti dipendenze che portano il padre a finire dietro le sbarre quando Alyssa è ancora una bambina, lasciandola con la madre totalmente incapace di badare a lei e ai suoi due fratelli più piccoli, che finiscono presto affidati agli amorevoli nonni.
Ma il loro amore non basta. A 13 anni Alyssa comincia ad autoinfliggersi delle ferite sulle braccia e con un coltellino si incide la scritta “Hate” (odio). In questo periodo cade in depressione e sentendosi abbandonata da tutti tenta il suicidio ingerendo svariate pillole di Prozac.
Il percorso riabilitativo non porta a nessun risultato nemmeno con l’aiuto di uno psichiatra. La ragazza è ormai sprofondata nell’abisso della disperazione.
Alyssa un giorno confida a una sua amica il suo desiderio di voler uccidere una persona per sapere che cosa si prova. Sui suoi canali social comincia a pubblicare video spaventosi. In uno di quelli più conosciuti la si vede toccare una rete elettrificata e successivamente costringe a fare la stessa cosa ai suoi fratellini. Ma questo è nulla rispetto a ciò che accadrà dopo.
Un pomeriggio il desiderio di uccidere diventa fortissimo, e questo costringe Alyssa, il 17 ottobre 2009, a scavare due buche in un bosco. Inizialmente l’obbiettivo sono i suoi fratellini, ma poi il 21 ottobre decide di realizzare il suo crudele desiderio uccidendo la piccola Elizabeth Olten, sua vicina di casa di soli 9 anni. Alyssa aggredisce la piccola con calci e pugni fino a farle perdere i sensi, poi le taglia la gola e la getta in una delle buche che aveva scavato giorni prima nel bosco.
Alyssa a questo punto è felice, ha realizzato il suo sogno e appena tornata a casa descrive tutto l’accaduto nel suo diario segreto. Poche ore dopo cominciano le ricerche della piccola Elizabeth. Alcuni testimoni dicono di averla vista insieme ad Alyssa. Quest’ultima davanti ai poliziotti confessa l’omicidio con una freddezza e insensibilità fuori dal comune.
La ragazza viene arrestata e condotta in carcere. Il 23 ottobre 2009 Alyssa viene processata come un adulta e accusata di omicidio. La giovane assassina in carcere utilizza le proprie unghie per farsi del male e procurarsi delle ferite, e per questo motivo viene messa sotto osservazione per evitare un tentativo di suicidio. Nel 2012 comincia il processo. Alyssa piange in aula, sembra pentita, ma le lacrime non convincono nessuno e l’ 8 gennaio del 2012 viene condannata al carcere a vita.
Alyssa Bustamante e l’omicidio di Elizabeth Olten
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