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Macron e la sua Europa atomica

by Romano Franco

Il capo di Stato francese, Emmanuel Macron, ha fatto il suo discorso sulla difesa proprio come il suo predecessore Hollande lo ha pronunciato nel 2015 a Istres, Nicolas Sarkozy a Cherbourg nel 2008, Jacques Chirac nel 2001 e nel 2006, uno a mandato, all’istituto di studi sulla difesa nazionale.

Il capo di Stato francese invita i suoi concittadini europei a munirsi di una maggiore capacità bellica: il presidente, parlando ai cadetti di ieri, ha detto: “Gli europei oggi devono comprendere che potrebbero presto trovarsi esposti alla ripresa di una corsa agli armamenti sia convenzionali sia nucleari. Ma non possono limitarsi al ruolo di spettatori. Ridiventare il terreno di scontro di potenze nucleari non europee non sarebbe accettabile. In ogni caso, io non lo accetto”. Le parole di Macron sembrano costituire il prolungamento naturale del discorso della Sorbona del 26 settembre 2017, quando il presidente presentò il suo progetto per rifondare l’Europa.

Non è difficile essere d’accordo con Macron. Se fossimo un’unica e reale potenza europea non ci tratterebbero come tali in tutto il globo e saremmo con molta probabilità la prima potenza mondiale. Ma con l’avanzare del sovranismo capiamo come l’esperimento Europa sia fallito giorni addietro.
Il sistema europeo non funziona grazie a un logico motivo: non ci hanno mai dato l’idea di unione e di uguaglianza. Un cittadino europeo di origine francese è diverso dal tedesco, dall’olandese o dall’italiano perché siamo tutti diversi agli occhi dello Stato centrale europeo. Ecco perché è fallito il sistema, non si è mai data l’idea di unico, come un’unione talmente forte e grande da competere con Russia, Usa e Cina. Così come era stata pensata e organizzata in principio.

Oramai il dado è tratto e non si può più tornare indietro. Non si può più rimanere singole nazioni alle speranze delle grandi, siamo talmente ricchi e potenti da poter dire ancora la nostra in campo internazionale, ma come nazione europea e non come singoli stati. Ma per attuare questo dobbiamo evolverci, dobbiamo dare un’idea di Europa unica, compatta. Il cittadino europeo deve essere uguale in Spagna, Francia, Svezia, Italia ecc…. E deve essere libero di viaggiare e vivere ovunque all’interno del territorio europeo, qualsiasi sia il suo paese di origine. Solo comportandoci così si può dare l’idea di un’Europa uguale e unita. Il francese abita vicino al tedesco, all’italiano, al norvegese… In questo modo si crea una vera comunità.

È nostro l’obbligo di mandare avanti il progetto dei nostri padri e dei nostri nonni che avevano creato il sistema europeo per essere più competitivi in campo internazionale. Ma ora come ora siamo ben lontani dal realizzarlo.

Però siamo ancora in tempo per poter essere una grande nazione europea. Certo è che dotarsi di maggiore capacità bellica è l’ultimo dei problemi. Infatti prima di munirsi di bombe o di altri suppellettili belliche bisogna levarsi una buona dose di pregiudizio tramite l’uso del dialogo e grazie a una sana dose di tolleranza, cercando di raggiungere compromessi tramite la buona politica. Solo lavorando così si può sperare che il progetto Europa, che tanto stava cuore ai nostri padri e ai nostri nonni, possa essere preservato affinché nessuna strapotenza possa schiacciarci in futuro. E solo così si può dare finalmente lustro alla nostra bella e gloriosa Unione.

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