Di Eugenio Magnoli
Giulio Cesare, dittatore di Roma, viene pugnalato a morte nel Senato romano da 60 cospiratori guidati da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino il 15 marzo. Il giorno successivo divenne noto come Idi di marzo.
Cesare, nato nei Julii, un’antica ma non particolarmente illustre famiglia aristocratica romana, iniziò la sua carriera politica nel 78 a.C. come procuratore del Partito Popolare anti-patrizio. Ha vinto l’influenza nel partito per le sue idee riformiste e abilità oratorie, e ha aiutato gli sforzi imperiali romani sollevando un esercito privato per combattere il re del Ponto nel 74 a.C. Era un alleato di Pompeo, il capo riconosciuto del Partito Popolare, e sostanzialmente assunse questa posizione dopo che Pompeo lasciò Roma nel 67 a.C. diventare comandante delle forze romane a est.
Nel 63 a.C. Cesare fu eletto pontifex maximus, o “sommo sacerdote”, presumibilmente con pesanti tangenti. Due anni dopo fu nominato governatore della Spagna lontana e nel 60 a.C. tornato a Roma, ambizioso per la carica di console. Il consolato, essenzialmente la più alta carica della Repubblica Romana, era condiviso da due politici su base annuale. I consoli comandavano l’esercito, presiedevano il Senato e ne eseguivano i decreti e rappresentavano lo stato negli affari esteri. Cesare formò un’alleanza politica, il cosiddetto Primo Triumvirato, con Pompeo e Marco Licinio Crasso, l’uomo più ricco di Roma, e nel 59 a.C. fu eletto console. Sebbene generalmente osteggiato dalla maggioranza del Senato romano, le riforme agrarie di Cesare gli fecero guadagnare popolarità presso molti romani.
Nel 58 a.C., Cesare ricevette quattro legioni romane nella Gallia Cisalpina e nell’Illirico, e durante il decennio successivo dimostrò brillanti talenti militari mentre espandeva l’Impero Romano e la sua reputazione. Tra le altre conquiste, Cesare conquistò tutta la Gallia, fece le prime incursioni romane in Gran Bretagna e vinse devoti sostenitori nelle sue legioni. Tuttavia, i suoi successi suscitarono anche la gelosia di Pompeo, portando al crollo della loro alleanza politica nel 53 a.C.
Il Senato romano sostenne Pompeo e chiese a Cesare di rinunciare al suo esercito, cosa che si rifiutò di fare. Nel gennaio del 49 a.C., Cesare guidò le sue legioni attraverso il fiume Rubicone dalla Gallia Cisalpina in Italia, dichiarando così guerra a Pompeo e alle sue forze. Cesare fece i primi guadagni nella successiva guerra civile, sconfiggendo l’esercito di Pompeo in Italia e Spagna, ma in seguito fu costretto a ritirarsi in Grecia. Nell’agosto del 48 a.C., con Pompeo all’inseguimento, Cesare si fermò vicino a Farsalo, stabilendosi in un accampamento dalla posizione strategica. Quando le forze senatoriali di Pompeo caddero sul piccolo esercito di Cesare, furono completamente sconfitte e Pompeo fuggì in Egitto, dove fu assassinato da un ufficiale del re egiziano.
Cesare fu successivamente nominato console e dittatore romano, ma prima di stabilirsi a Roma viaggiò per l’impero per diversi anni e consolidò il suo governo. Nel 45 a.C. tornò a Roma e fu nominato dittatore a vita. Come unico sovrano romano, Cesare lanciò ambiziosi programmi di riforma all’interno dell’impero. Il più duraturo di questi fu la sua istituzione del calendario giuliano, che, ad eccezione di una leggera modifica e aggiustamento nel XVI secolo, rimane in uso oggi.
Progettò anche nuove espansioni imperiali nell’Europa centrale e ad est. In mezzo a questi vasti progetti, fu assassinato il 15 marzo 44 a.C., da un gruppo di cospiratori che credevano che la sua morte avrebbe portato alla restaurazione della Repubblica Romana. Tuttavia, il risultato delle “Idi di marzo” è stato quello di immergere Roma in un nuovo ciclo di guerre civili, da cui Ottaviano, pronipote di Cesare, sarebbe emerso come Augusto, il primo imperatore romano, distruggendo la Repubblica per sempre.