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Uniti verso una nuova Europa

by Romano Franco

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è chiamato a fare da arbiter alla discussione innalzata dall’inquietante e mistico MES, e sulla presenza o meno, delle condizionalità per accedervi. “Se vi saranno condizionalità o meno lo giudicheremo alla fine”. Arrivano i primi consensi da Franceschini e Bonafede.

Bonafede ribadisce la fiducia nel premier ribadendo, ancora una volta, quanto sia importante mantenere coesione nella trattativa con l’Europa. Franceschini invita il premier a non essere pregiudizievole nei confronti del MES, bisogna affrontare la crisi, con ogni mezzo, per il capo delegazioni del PD.

Allora Conte dice: “Potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola”. Ma prima di tutto vuole riportare un successo sul fronte dei titoli di debito comunitari.

E’ un modo di raffreddare gli animi infervorati delle due forze di maggioranza. E invita ad una pace duratura necessaria per raggiungere l’obiettivo dei tanto sperati Eurobond.

Si ribadisce ancora una volta il concetto di unione e coesione, come se fossimo un esercito che deve combattere al fronte.

Al paese servono soluzioni e non eterne lotte di potere: far firmare all’Europa un documento che affermi realmente che non ci siano condizionalità future non è forse possibile?

Come si fa ad essere così subdoli e pensare di poter nascondere un capestro dietro una soluzione che argini l’emergenza di una crisi epidemica?! Si possono mettere clausole su clausole e chiedere l’intervento di un arbitro esterno che diriga i giochi.

Certo è, che pensare che i tuoi soci possano avere un coltello nascosto sotto al tavolo delle trattative è veramente disdicevole. La cosa ben chiara in questa vicenda e che non esista fiducia reciproca tra gli Stati Membri e ancora una volta non esiste una leadership che possa fare da direttorio nella questione. La cosa ovvia è che ci serve liquidità, e trattare per avere i nostri soldi sembra veramente ridicolo.

Al termine della crisi bisogna cambiare le regole in questa Europa. E’ finito il tempo di fare i “Comuni”, è ora di costruire uno Stato. Altrimenti, le vie sono tante e le capacità di noi italiani sono infinite. Il libera tutti potrebbe essere una soluzione non molto lontana al momento.

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