Quella di Papa Bergoglio apparirà come una svolta epocale nel rapporto complesso fra la Chiesa Cattolica e l’omosessualità; tuttavia il dibattito teologico su questo punto è in corso da mezzo secolo e soltanto ora con una frase semplice ma ricca e degna di significato il Pontefice abbatte un tabù che sembra preparare la Chiesa del prossimo millennio ad altre significative svolte di carattere secolare.
La Chiesa Cattolica ha sempre escluso le unioni delle coppie omosessuali, e considerando la loro particolare posizione discriminata nella società da una parte si è mossa a favore di una tutela di carattere generale ma ne ha stigmatizzato la tendenza condannandola di fatto moralmente, senza appello.
Sulla barricata teologica contro gli omosessuali si è sempre distinto Ratzinger, il Papa emerito, che in una pastorale del 1986 ebbe a scolpire delle frasi contundenti : «Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata».
A questa intemerata fece seguito una lunga e motivata replica di 144 teologhi tedeschi in occasione della visita di Ratzinger ( lo stesso pontefice fu sfiorato da uno scandalo sulla pedofilia in Germania) i quali invocavano profonde riforme della Chiesa Cattolica la cui dottrina non deve portare ad «escludere i divorziati risposati» e tutte quelle «che con amore, fedeltà e cura reciproca vivono in un’unione omosessuale».
Se da un lato la Chiesa fino ad oggi non ha mai riconosciuto le unioni fra coppie omosessuali dall’altro il molti paesi a maggioranza cattolica questo è avvenuto con il consenso di settori politici di questo orientamento.
Il Papa, che nel 2015 stigmatizzò il comportamento dei funzionari pubblici cattolici che celebravano le unioni di fatto (dichiarazione formulata di ritorno da un viaggio pastorale negli Stati Uniti) e si spinse a favore del riconoscimento dell’obiezione di coscienza per tutti coloro che si opponevano ad assicurare lo svolgimento dei matrimoni conformi alle legislazioni che lo permettessero.
Addirittura, il loro rappresentante del Vaticano presso la Commissione dei diritti Umani delle Nazioni Unite si opponeva al riconoscimento dell’orientamento sessuale e l’identità di genere fra i diritti umani da tutelare; come se le discriminazioni razziali non dovessero contemplare anche loro.
Per questa ragione quella contenuta in un’intervista a Papa Francesco appare come una svolta dottrinaria di larghe vedute e che tiene conto della realtà sociale ed anche politica del secolo in cui viviamo. Senza sovrapporre l’esistenza della realtà omosessuale alla Famiglia tradizionale e senza violare alcun principio dottrinario Francesco si limita a definire il perimetro di una normativa come se fosse un’entità laica fedele alla sua espressione “chi siamo noi per giudicare?”
Questo cambio di orientamento, naturalmente, produrrà un’ulteriore frattura teologica all’interno della Chiesa attraversata da divisioni e correnti molto forti, che, tuttavia, è destinata ad essere accompagnata da grandi consensi in tutta la Comunità Cattolica Mondiale Omosessuale che ha dovuto vivere nell’ombra e nell’ostracismo la propria fede cristiana in una condizione di tolleranza appena abbozzata priva di riconoscimento identitario.
La Chiesa Cattolica sembra prendere atto delle condizioni mutate nel tempo in cui noi viviamo. La regolamentazione dei legami sociali non mette in discussione l’immutabilità divina, è semmai il corredo dottrinario della Chiesa a modificare la propria attitudine, l’offensiva di altre religioni sembra voler obbligare il Pontefice a mettere al riparo la Chiesa dall’accusa di essere estranea al suo tempo lasciando le ortodossie irrevocabili ad altre espressioni monoteiste che pagano per questa ragione il prezzo delle contraddizioni che hanno lacerato il mondo musulmano.
Papa Francesco potrà essere giudicato in anticipo con i tempi e verranno scambiati per azzardi le sue incursioni secolarizzate, ma la riforma in divenire della Chiesa passa attraverso un conflitto che sarà aspro che terrà al riparo la dottrina Cattolica ed i suoi precetti ma non le sue applicazioni terrene ed il rapporto con i fedeli ai quali essa innanzitutto deve rivolgersi.