In questi giorni si è ricordata Tina Anselmi, colei che diede un impulso alla struttura sanitaria pubblica in Italia. Ma non possiamo certamente dimenticare un socialista che dieci anni prima è stato il precursore dell’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale che, poi, appunto nacque in modo definitivo nel 1978.

Credo che un grande merito vada ascritto a Luigi Mariotti ,che fece grandi battaglie prima da parlamentare e poi nei governi di cui fece parte. Si ricorda, a tal proposito, la legge n.132 che prende il suo nome e venne approvata il 12 febbraio 1968, legge che propugnava importanti disposizioni in tema di enti ospedalieri e assistenza ospedaliera, con cui il settore sanitario fu profondamente cambiato, e trasformarono gli ospedali in enti pubblici che si distinguevano dagli enti di assistenza quale l’Ipab.
Mariotti fu infatti quattro volte Ministro della Sanità al tempo in cui ancora non esisteva il decentramento amministrativo e la potestà primaria in campo sanitario era dello Stato non essendo stati trasferiti integralmente alle regioni i poteri di indirizzo e gestione. Dovette affrontare un duro scontro soprattutto con il Pli e una parte più conservatrice della Dc che erano decisamente oppositori o, nella migliore delle ipotesi, titubanti e dubbiosi su un progetto che tendeva a garantire a tutti i cittadini l’accesso senza oneri alla sanità pubblica.
Ma questa impostazione fu sostenuta con convinzione e determinazione dal Psi così Mariotti riuscì a fare passare la sua riforma. E’ giusto ricordarlo in questa fase storica in cui si piange un sistema sanitario assai mal ridotto e che merita di essere rilanciato nelle politiche future di qualsiasi governo.