Oggi, in 60 città si svolgeranno manifestazioni per lo sciopero nazionale della scuola, con lo sciopero dalla Didattica a Distanza da parte di studenti e docenti e si chiederà la riapertura in presenza, in sicurezza e in continuità di tutti gli istituti scolastici, dal nido all’università non oltre il 7 aprile. Inoltre, sarà previsto anche uno sciopero del trasporto pubblico locale proclamato da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil trasporti, Faisa-Cisal, Ugl-Fna e Cobas con orari e modalità diverse da città a città.
Con questo sciopero si chiede di dare giustamente priorità alla Scuola, inoltre, si chiede che una parte consistente del Recovery Fund sia riservata al rilancio della Scuola pubblica: servizi educativi per l’infanzia, scuola dell’obbligo, superiori di secondo grado, dal nido all’università, il diritto allo studio deve essere tra le vere priorità del Paese. E ancora, si chiede di garantire un incremento della spesa pubblica annua portandola almeno ai livelli della media europea, pari al 5% del PIL.
Il primo urgente provvedimento di riforma – secondo i promotori – riguarda l’immediata riduzione del numero di alunni/e per classe, fissando un tetto massimo di venti, abolendo ogni possibilità di accorpamento per le classi successive. Si chiede che i finanziamenti del Recovery Fund siano utilizzati per il potenziamento di tutto il personale scolastico, con un piano di assunzioni e di stabilizzazione dei docenti precari, adeguamento degli spazi e degli edifici scolastici, con ripristino di vecchi edifici e realizzazione di nuovi.
Un Italia obsoleta
Vi è un dato sconcertante e sconvolgentente che preoccupa nell’era del digitale, infatti, in Italia, più di una famiglia su 4 (25,3%) non dispone di un accesso Internet a banda larga in grado di supportare massicci flussi di dati e collegamenti audio video necessari alla DAD la didattica a distanza. E’ quanto emerge dall’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat.
Le regole di distanziamento e le precauzioni per limitare il diffondersi del contagio hanno comportato – sottolinea Uecoop – uno stravolgimento globale della scuola fra turni di ingresso, rimodulazione degli spazi e delle lezioni. Con l’emergenza Covid è esplosa la didattica a distanza che si scontra però con il divario digitale che – evidenzia Uecoop – colpisce di più le regioni del sud, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Basilicata al Molise fino alla Puglia dove in media 1 casa su 3 non dispone di un collegamento on line in grado di supportare grandi flussi di dati spiega Uecoop su dati Istat. Il diritto all’istruzione oltre a essere costituzionalmente tutelato è anche il presupposto per la costruzione del futuro delle nuove generazioni, soprattutto in un momento delicato come quello attuale dove le conseguenze dell’emergenza Covid hanno già provocato una drammatica caduta del Pil e l’impatto della pandemia sulle lezioni e i cicli di apprendimento degli studenti – conclude Uecoop – rischia di costare al Paese uno svantaggio competitivo importante e a lungo termine con il resto del mondo.