Il primo marzo
2020 Rino Formica compirà 93 anni. Una lunga vita da raccontare senza filtri ai
giovani.
Salvatore
Formica, figlio di ferroviere, a 17 anni, nel 1944, insieme al fratello Ennio
si iscrisse alla gioventù socialista, scegliendo lo storico partito dei
ferrovieri. La guerra non era terminata e il Psi, nelle regioni liberate del
meridione, lentamente si riorganizzava.
La Fgsi a Bari e provincia era presente e
concorrenziale ai giovani comunisti, al fronte della gioventù e alla gioventù
azionista. E la presenza dei fratelli Formica nell’organizzazione giovanile
rappresentò un chiaro orientamento di antifascismo militante, con un contenuto
fortemente identitario rispetto alle direttive politiche espresse dai compagni
adulti, formalisti nel valutare l’ingresso dei nuovi compagni e tradizionalisti
nella comunicazione politica con comizi, manifesti, cortei e recupero della
memoria.
I giovani
socialisti erano per la rivoluzione socialista dando priorità alla nascita
della Repubblica, alla promulgazione di una carta costituzionale democratica e a
un processo consapevole di defascistizzazione.
Capitoli di
una storia che non fu lineare né indenne da compromessi. Comunque Rino, il
giovane liceale, pur dedicandosi a un impegno per il quale non poteva conoscere
gli esiti, portò a termine il corso di studi superiori e universitari. E col tempo
rappresenterà l’espressione concreta del dirigente provinciale dei giovani
socialisti che ricopriva cariche nazionali, coordinava i nuclei, le sezioni e
lavorava e studiava una materia per la quale non esitò a scontrarsi con Beniamino
Andreatta: le scienze economiche.
Così Rino,
giovanissimo, non esitò a girare la provincia e i grossi centri bracciantili a
cavalcioni di una motocicletta che non guidava per via di una avanzata miopia.
Percorrere le strade polverose della Murgia, del sud est barese nell’immediato
dopoguerra era un rischio. Forature di gomme, mancanza di benzina, piogge,
dissesti stradali e mancanza di segnaletica erano il viatico per farti le ossa.
Prima di
partire dal paese per il rientro a Bari, se i compagni avevano la disponibilità
economica, ti offrivano carne alla brace e vino. Una prassi rara, perché se la
benzina era poca si racimolavano le misere lire per il carburante e per
rientrare dai centri della provincia.
L’indomani
altra zona, altro comizio, scontri continui. È nata così anche la Repubblica. Rino
si impose subito come giovane socialista, brillante e colto, umano e sensibile.
Membro della direzione della Fgsi, a 18 anni era stato eletto al congresso di
Roma, al Teatro Planetario, nel giugno del 1945. Raggiungendo la capitale con
un camion di fortuna.