Home Attualità Qatargate: L’Italia accetta di trasferire in Belgio la moglie di Panzeri

Qatargate: L’Italia accetta di trasferire in Belgio la moglie di Panzeri

by Redazione

Di Gaia Marino

Lunedì un tribunale italiano ha acconsentito a consegnare alle autorità belghe la moglie di Antonio Panzeri sospettata di coinvolgimento nello scandalo di corruzione del Qatar che ha scosso il Parlamento europeo.

Una corte d’appello nella città settentrionale di Brescia ha stabilito che non vi erano motivi per impedire il trasferimento di Maria Dolores Colleoni, moglie dell’ex parlamentare europeo, che i pubblici ministeri di Bruxelles ritengono sia uno dei principali attori della presunta corruzione.

Colleoni, insieme alla figlia adulta Silvia Panzeri, è agli arresti domiciliari da più di una settimana in ottemperanza a un ordine di arresto europeo emesso dai magistrati belgi.

Sono ricercati per la loro presunta “partecipazione a un’organizzazione criminale, riciclaggio di denaro e corruzione”.

I pubblici ministeri sospettano che l’eurodeputata greca Eva Kaili e altri abbiano accettato tangenti dal Qatar, che ospita la Coppa del mondo, nel tentativo di influenzare la politica dell’Unione europea in uno dei più grandi scandali che hanno colpito il blocco.

Angelo De Riso, avvocato della moglie e della figlia di Panzeri, ha confermato la decisione ai giornalisti fuori dal tribunale.

Il suo assistito ha ora cinque giorni per presentare un possibile ricorso alla Corte di Cassazione, ha aggiunto.

De Riso ha detto che la Colleoni ha negato ogni addebito e ha detto alla corte di non sapere nulla degli affari del marito.

Il Qatar ha ribadito domenica di non essere coinvolto nello scandalo di corruzione dell’UE.

Estratti dell’ordine di arresto affermano che Panzeri era sospettato di aver ricevuto pagamenti dal Qatar e dal Marocco per influenzare le persone che lavorano al Parlamento europeo e che sua moglie e sua figlia erano a conoscenza delle attività.

Diceva che due donne partecipavano al trasporto dei doni, e che Panzeri e sua moglie avevano in uso una carta di credito intestata a una terza persona che chiamavano il “gigante”. La persona non è stata ancora identificata.

Non vi è stata alcuna reazione immediata a una richiesta di commento da parte del governo marocchino.

Martedì davanti allo stesso tribunale di Brescia si svolgerà l’udienza per decidere sul passaggio di consegne della figlia di Panzeri.

Nel frattempo, gli investigatori in Italia stanno setacciando sette conti bancari relativi ai sospettati.

Nelle perquisizioni richieste dal Belgio, avevano trovato 17.000 euro in contanti a casa della moglie di Panzeri e 20.000 in una casa di un altro indagato, Francesco Giorgi, il compagno di Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento europeo.

Giorgi ha confessato il suo ruolo nello scandalo della corruzione ma l’inchiesta è ancora lontana dalla sua fine.

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